Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Continuano le indiscrezioni su una combinazione fra Banco Bpm e gli asset italiani di Crédit Agricole. Ieri il titolo del gruppo milanese ha ceduto il 2,1% a 1,62 euro a Piazza Affari per 2,45 miliardi di capitalizzazione di mercato dopo aver corso tanto nel corso dell’ultimo mese. Secondo quanto riportato dal Il Corriere Economia, i contatti per un’aggregazione fra l’istituto e Credit Agricole Italia sarebbero giunti ai temi di governance, che vedrebbe il primo diventare ceo della nuova realtà e il secondo presidente. L’operazione prevedrebbe la chiusura di 300 filiali, circa l’11% del totale, «opzione che sarebbe in ogni caso prevista anche nel nuovo piano stand alone di Banco Bpm», ricorda Equita sim, peraltro in via di definizione. Il nuovo gruppo sarebbe il secondo in Italia dopo Intesa Sanpaolo, con una quota di mercato dell’11%, allo stesso livello di Unicredit, per una copertura del 15% nel Nord Italia. Secondo la sim milanese uno dei principali rischi di esecuzione dell’operazione risiede nella necessità di ottenere il via libera da parte dell’assemblea straordinaria di Banco Bpm, con i soci «che non vedrebbero concretizzarsi alcun premio esplicito visto che la creazione di valore, nell’immediato, deriva dalle valutazioni relative degli asset», con la banca milanese che tratta a un multiplo p/te di 0,24 volte o 0,18 se considerato al netto del valore delle partecipazioni quotate, della quota in Agos Ducato e senza considerare gli oltre 700 milioni di capital gain impliciti nel portafoglio Btp che non figurano nel Cet, l’indice di solidità patrimoniale.
Non solo cani e gatti, ma anche pesci, tartarughe, uccelli e conigli, tutti gli animali domestici sono i «migliori amici» dell’uomo. Secondo l’indagine commissionata da Facile.it all’istituto di ricerca Emg Acqua, quasi un italiano su due (46,8%) dichiara di avere un animale domestico ma appena il 15,3% dei proprietari, ovvero 3.122.096 milioni di individui, lo assicurano o lo hanno assicurato in passato. Eppure, sono ben di più (il 62%) i proprietari che conoscono l’esistenza di polizze specifiche per animali. Ma quali sono gli animali da compagnia più diffusi in Italia? Il 56,2% di coloro che possiedono un animale domestico ha dichiarato di prendersi cura di un cane, il 55,7% di un gatto e il 9,3% di un pesce. Le tartarughe sono scelte come animale da compagnia dal 5,2% dei proprietari, seguite dagli uccelli (4,5%) e dai conigli (3,7%). Non mancano in classifica anche criceti, tartarughe d’acque e rettili. Escludendo il cibo, secondo i dati emersi dall’indagine, chi si prende cura di un cane spende in media 193,94 euro all’anno mentre i proprietari di gatti mettono a budget circa 161,2 euro. Mantenere uccelli, invece, comporta mediamente un costo di 155,33 euro all’anno; più economico prendersi cura dei pesci: l’esborso è di 137,80 euro ogni anno.
- Covid frena i premi vita
“ll settore assicurativo non è rimasto immune dallo shock. La raccolta premi del 2019 aveva superato i 140 miliardi di euro, con una crescita del 3,7% rispetto all’anno precedente: +3,9% nel vita e +3,2% nel comparto danni. Il trend di crescita, confermato nei primi due mesi di quest’anno, ha bruscamente virato in negativo all’esplodere della pandemia. Nel trimestre del lockdown, da marzo a maggio, il decremento dei premi vita è stato del 35% rispetto al 2019»: lo ha detto il presidente dell’Ania, Maria Bianca Farina, durante l’assemblea dell’associazione che raggruppa le compagnie. «A giugno, con la fine delle misure eccezionali, si è registrata una prima inversione di tendenza, cui ha fatto seguito l’ulteriore consolidamento nei mesi di luglio e agosto, quando la raccolta è tornata sui livelli degli stessi mesi del 2019. La raccolta netta è rimasta in territorio positivo anche nella prima metà dell’anno, sia pure su valori ampiamente inferiori a quelli dello stesso periodo del 2019 (-15%)”. Anche nei rami danni la contrazione della raccolta è stata significativa nei mesi del lockdown (-9%). La riduzione è stata più marcata nell’Rc auto (-11,5%). Con la riapertura, la raccolta danni non auto si è riavvicinata ai livelli del 2019: nei primi otto mesi la diminuzione è stata dell’1,7%. Nello stesso periodo i premi Rc auto sono scesi di oltre il 5% e nella stessa misura è calato il premio medio per veicolo. Questo andamento ha fatto seguito alla decisione, annunciata dalle compagnie, di agevolare gli assicurati che non avevano utilizzato il veicolo durante il lockdown. Infatti la frequenza sinistri era sensibilmente scesa nei mesi di chiusura, per poi risalire progressivamente nei mesi estivi verso i valori del 2019
- L’Ania: 2,6 milioni di auto circolano senza una polizza
Un impegno combinato tra i gruppi assicurativi privati e l’apparato pubblico per garantire la sostenibilità del meccanismo previdenziale, così come un intervento per una riforma della disciplina che regola le polizze Rc auto (sono 2,6 milioni i veicoli che circolano senza copertura), oltre che l’annuncio della volontà da parte del comparto assicurativo a fare la propria parte per il rilancio del Paese. Tre messaggi scanditi da Maria Bianca Farina, presidente di Ania, durante la relazione all’assemblea dell’Associazione delle assicurazioni italiane. Un consesso che sconta le nuove raccomandazioni per gli eventi in presenza, tanto che l’auditorium della Conciliazione di Roma appare praticamente deserto, sebbene il premier Giuseppe Conte sia collegato in streaming. Farina ribadisce l’intenzione del settore assicurativo nel giocare un ruolo di sostegno alla ripresa dell’economia. «La sfida più grande inizia ora con il contributo che possiamo offrire al rilancio dell’economia. Siamo — dice — un settore con un peso rilevante nel Paese e possiamo essere parte fondamentale per il piano di ripresa». Tra le priorità indicate figura anche l’intervento sul fronte della rc auto. «Si potrebbe finalmente ripensare in maniera strutturale l’impianto normativo dell’assicurazione auto, con l’obiettivo di ridurne il costo complessivo per la collettività, unica strada per ridurre i prezzi a favore di tutti». Farina chiede di calmierare, come già in altri mercati europei, la dinamica di crescita dei risarcimenti per lesioni gravi e di intervenire per ridurre le truffe. Lo scenario di fondo resta quello di un Paese dove 2,6 milioni di veicoli circolano senza assicurazione, causando sinistri a carico della collettività. Un’ulteriore urgenza individuata da Ania è il settore della previdenza. «La crisi del mercato del lavoro sta riducendo il flusso contributivo destinato a pagare le pensioni già maturate e quelle future. Nello stesso tempo — osserva Farina — si pone il problema di garantire una pensione dignitosa ai giovani che si affacciano al mondo del lavoro. Si pone, quindi, il tema di incentivare il sistema misto pubblico-privato che, con un fisco rivisto in chiave di detassazione nella fase di accumulo, almeno sui rendimenti, garantisca una sostenibilità di lungo periodo». L’assemblea è inoltre l’occasione per tracciare un bilancio degli effetti della pandemia, con la raccolta netta di premi vita calata del 15% nel primo semestre rispetto allo stesso periodo del 2019, mentre i premi Rc auto sono diminuiti di oltre il 5% nei primi 8 mesi. Alle cifre di Ania si aggiungono quelle indicate dal presidente di Ivass, Daniele Franco, che intervenendo ieri ha segnalato un calo di 1,3 miliardi di euro degli oneri per i sinistri legati, soprattutto, alle polizze auto. Il lockdown ha infatti limitato la circolazione.
- Assicurazioni, il futuro è nella sanità e nel lavoro
I mesi del lockdown hanno colpito duramente anche le assicurazioni: nel primo semestre del 2020 la raccolta premi complessiva è diminuita di circa 9 punti percentuali su base annua. Alcuni settori, è emerso dall’Assemblea Annuale dell’Ania, sono andati anche peggio: nei tre mesi del lockdown il decremento dei premi vita è stato del 35%. Ma dalla pandemia è emersa anche con forza la necessità di far fronte a nuove istanze. Le polizze salute tradizionali si sono rivelate inadatte alla pandemia (e infatti il loro acquisto è calato fino al -15% di maggio). Ma mai come nella pandemia è emersa l’importanza di un sostegno sanitario: ormai per la salute gli italiani spendono 40 miliardi l’anno. L’Ania ha studiato la questione con un pool di esperti e presenterà a breve un progetto al governo, ha annunciato la presidente Maria Bianca Farina. Non si tratta solo della sanità: è emersa anche la necessità di assicurarsi contro il rischio di blocco temporaneo della propria attività economica. Ai rischi da disastri come le pandemie però, valutano le assicurazioni, si può far fronte solo con una partnership pubblico-privato. Ipotesi che il governo sta considerando: lo dimostra la presenza del premier Conti all’assemblea.
- Real estate, Generali punta sugli uffici Al via un nuovo fondo da 2 miliardi
Per un anno il prodotto è stato dormiente, in attesa di opportunità. Parte quindi in questi giorni il fondo “Core plus” di Generali Real Estate dedicato al settore degli uffici nelle principali città europee, con un profilo di rischio intermedio tra “core” e “value add”. A spingere l’avvio è l’attuale situazione dovuta al Covid-19. A causa della pandemia il settore uffici sta cambiando pelle sotto la spinta dello smart working. Le aziende cercano spazi nuovi e più moderni, attrezzati per arginare i contagi. Si creano pertanto opportunità di acquisto di uffici soprattutto da riqualificare. «Il valore del fondo a regime sarà di due miliardi di euro – dice Nicholas Garattini, responsabile development di Generali Re -, 500 milioni direttamente investiti dal gruppo Generali, che continua a credere nel segmento, il resto raccolto tra i principali investitori per il momento internazionali, in futuro forse anche italiani».
- Un primo cyber attacco mortale in Germania
L’attacco informatico contro l’ospedale di Düsseldorf si è concluso con la morte di un paziente in condizioni critiche. Ora i colpevoli sono soggetti ad un’inchiesta di “omicidio
per negligenza”. Contattati dalla polizia tramite una e-mail anonima, gli aggressori hanno indicato che non erano a conoscenza del fatto che il loro obiettivo era in realtà un ospedale e pensavano di aver colpito un’università. Senza aspettare il pagamento del riscatto richiesto, hanno restituito l’accesso dati agli informatici dell’ospedale poco dopo questo scambio.
- Movimenti negli stati maggiori delle assicurazioni francesi
Allianz France ha appena nominato un nuovo capo e ha dissociato le funzioni di Presidente e Amministratore Delegato. Diverse compagnie del settore hanno annunciato o si prevede che sveleranno cambiamenti in cima ai loro organigrammi.
- È probabile che i premi dei riassicuratori aumentino – ma anche gli oneri finanziari
I gruppi assicurativi prevedono un aumento dei premi sul mercato. Allo stesso tempo, tuttavia, le perdite finanziarie della pandemia sono tutt’altro che prevedibili. Le perdite miliardarie dovute alla pandemia e l’ulteriore inasprimento del contesto dei tassi d’interesse di quest’anno danno agli assicuratori dei riassicuratori la speranza di un aumento dei prezzi e di un miglioramento delle condizioni. Soprattutto per i rischi a lungo termine, come la responsabilità civile, le coperture sono probabilmente più costose, secondo Munich Re. A questo proposito, l’industria parla di “indurimento del mercato”. Per anni i prezzi della riassicurazione sono rimasti a un punto morto. Ciò è dovuto in parte ad una fase di bassa spesa per i sinistri e in parte ad una sovraccapacità del mercato dovuta all’aumento dell’ingresso sul mercato di fornitori alternativi al di fuori del settore. Questo ha intensificato la pressione competitiva. I fornitori alternativi, come gli hedge fund, non hanno recentemente ampliato il loro coinvolgimento a causa delle elevate perdite causate dalla pandemia. Per i riassicuratori, l’aumento dei premi previsto sarà accompagnato anche da elevati oneri finanziari per il Coronavirus. Già in giugno il Fondo Monetario Internazionale (FMI) aveva calcolato una perdita totale di dodici trilioni di dollari a causa della pandemia.
- La start-up assicurativa Wefox riduce i suoi piani all’estero
La start-up assicurativa Wefox prosegue la sua espansione all’estero. In primavera, la crisi della corona ha inizialmente frenato i piani. Ora la Wefox li sta facendo rivivere in forma tronca: “Abbiamo bloccato i già annunciati ingressi sul mercato nel Regno Unito, in Asia e negli Stati Uniti. Ora ci stiamo concentrando esclusivamente sul mercato europeo”, ha detto il capo della Wefox Julian Teicke in un’intervista con Handelsblatt. Nel prossimo futuro sono previste diverse fasi di espansione. L’assicuratore digitale One, che fa parte del gruppo Wefox, dovrebbe entrare in funzione in Polonia a breve. “Siamo anche in trattative finali con l’autorità di regolamentazione per il lancio di One in Svizzera”, afferma Teicke: “Finora solo pochi fornitori si dividono i ricavi nel mercato assicurativo di quel Paese. Vogliamo scuotere questo sistema chiuso”.
- Ristorazione – centinaia di processi Covid sono in sospeso
I tribunali stanno accumulando cause legali per il mancato pagamento dell’assicurazione di chiusura dell’attività. Le controversie legali possono richiedere anni. Christian Vogler ha superato il primo ostacolo: Il tribunale regionale di Monaco ha riconosciuto al locatario dell’Augustiner Keller nel capoluogo bavarese un risarcimento di 1,014 milioni di euro. Questa somma deve essere pagata dalla Versicherungskammer Bayern. La cosiddetta assicurazione di chiusura dell’attività è stata stipulata solo 73.000 volte in questo Paese, la maggior parte delle quali da alberghi e ristoranti. Meno di un quarto di tutte le imprese di catering del paese hanno quindi una tale politica. Poiché i proprietari, che si sono trovati in difficoltà, hanno insistito per un risarcimento, ma gli assicuratori si sono rifiutati di pagare, centinaia di cause legali si stanno accumulando nei tribunali tedeschi. Il tribunale regionale di Monaco di Baviera da solo ha ricevuto 87 cause. Ciò minaccia di danneggiare l’immagine degli assicuratori, che molti nel settore considerano più pericolosa di un possibile risarcimento finanziario. Si potrebbe sospettare che l’industria voglia nascondersi dietro le scritte in piccolo nei contratti.