Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
L’Europa delle pensioni è in forte fermento con una serie di normative già varate ed in fase di recepimento negli ordinamenti nazionali ed altre in corso d’opera. A Partire dal Pepp (Pan-European Personal Pension product), il primo fondo pensione disegnato direttamente dalla legislazione Ue. Per fare il punto della situazione MF-Milano Finanza ha incontrato Francesco Briganti, segretario generale dell’associazione europea Cbba-Europe (Cross Border Benefits Alliance-Europe) che da Bruxelles rappresenta fondi pensionistici, assicurazioni, ed asset manager operanti nella previdenza complementare ed è da vari anni membro dell’Occupational Pensions Stakeholder Group dell’Eiopa, l’autorità di vigilanza europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali.
Il risparmio previdenziale intermediato da casse di previdenza e forme pensionistiche complementari ha raggiunto dimensioni ragguardevoli. A fine 2019, il totale complessivo delle risorse si attesta a 281,1 miliardi di euro, il 15,7% del Pil, di cui 96 miliardi fanno capo alle casse di previdenza e 185,1 miliardi ai fondi pensione. E’ la fotografia scattata dalla Covip nel proprio Quadro annuale di sintesi sugli investimenti degli enti previdenziali privati. Gli investitori previdenziali, portatori di quello che si definisce come capitale paziente, possono interpretare un ruolo di rilievo come fonte di finanziamento della crescita economica e per lo sviluppo e la stabilizzazione dei mercati finanziari.
Occorre però che, con specifico riferimento alle casse di previdenza, si completi l’assetto regolamentare poiché il settore è ancora in attesa, dal 2011, del provvedimento che disciplina le politiche di investimento e i conflitti di interesse. Così come evidenzia l’Autorità di vigilanza sulla previdenza presieduta da Mario Padula al momento si è fortemente ampliata la forbice con i fondi pensione che sono invece disciplinati da regolamentazione che è di livello primario e secondario. Con il recepimento della direttiva Iorp II sono state fra l’altro recentemente introdotte norme che aumentano il grado di dettaglio della disciplina, soprattutto in materia di governance, allo scopo di incrementare il livello di qualità dei processi decisionali e la capacità di monitoraggio dei rischi, attraverso la chiara e documentata attribuzione delle responsabilità e la definizione puntuale delle funzioni fondamentali nella struttura organizzativa dei fondi pensione.
Dopo un 2019 positivo per i mercati finanziari è arrivata la doccia fredda anche per i fondi di previdenza complementare a causa dello scoppio dell’epidemia, ma nel lungo periodo i rendimenti restano positivi e superiori alla rivalutazione del trattamento di fine rapporto (tfr). Guardando agli ultimi dati aggiornati dalla Covip sul proprio sito, al netto dei costi di gestione e della fiscalità, nel 2019 i fondi negoziali e i fondi aperti hanno guadagnato in media il 7,2 e l’8,3%. Per i piani individuali pensionistici (pip) nuovi di ramo III, il risultato è stato del 12,2%. Per le gestioni separate di ramo I il risultato è stato pari all’1,6%. Nello stesso periodo il tfr si è rivalutato, al netto delle tasse, dell’1,5%.
Anche i rendimenti dei fondi pensione hanno sofferto nel corso della crisi dei mercati provocata dal Covid-19, ma poi nei mesi successivi hanno recuperato. Nel periodo di maggior volatilità molti comparti hanno divulgato sul proprio sito l’invito a non compiere scelte sull’onda emozionale,che potrebbero comportare perdite. Molte forme previdenziali hanno consentito la possibilità di annullare le richieste di switch, anticipazione, trasferimento o riscatto già presentate dagli iscritti. Sul versante dei gestori finanziari, quali sono le strategie adottate in questa fase così complessa? MF-Milano Finanza ha affrontato il tema con Paolo Bordi, head of institutional sales in Italia di Edmond de Rothschild Am.
Assenza di imposta di bollo dello 0,2% annuo sul capitale investito, tassazione dei risultati al momento dell’incasso del capitale, rendimenti attorno al 2% annuo netto, con una certa stabilità di fronte alla volatilità dei mercati. Sono questi gli ingredienti che continuano a rendere le polizze Vita legate alle gestioni separate (ramo I), un prodotto di investimento considerato dalle reti un’alternativa ai fondi da proporre ai risparmiatori per impiegare la liquidità in eccesso sui conti correnti. Convincere gli italiani a investire nella fase attuale non è facile, ma le gestioni separate puntano sui loro punti di forza per farsi strada nei portafogli delle famiglie. A fine 2019 gestivano oltre 550 miliardi con un’asset allocation, come emerge dagli ultimi dati dell’Ania, ancora sbilanciata sui Btp (233 miliardi, il 42% contro una media europea del 25%) ma con una quota crescente, anche se comunque contenuta, di azioni e fondi. D’altra parte la prerogativa di queste polizze è la garanzia del capitale e i titoli di Stato rappresentano una tipologia di attivi adatta allo scopo. Il problema è che con la riduzione degli spread Btp-Bund le compagnie fanno fatica a produrre rendimenti elevati e non è un caso che il tasso minimo garantito, fino a pochi anni fa altro punto di forza di queste polizze, sia ormai scomparso. Come ha spiegato l’Ivass, «le gestioni separate mostrano un trend decrescente dei tassi lordi di rendimento alla luce dell’andamento dei mercati finanziari». Ma grazie alla contabilizzazione degli attivi a valore di carico (acquisto) i risultati risentono in misura inferiore della volatilità rispetto ai fondi che calcolano le quote al valore di mercato. Sono quindi immuni da oscillazioni di azioni e spread.
Scatta l’emergenza rendimenti per le assicurazioni italiane. Nel giro di 4 anni arriveranno a scadenza poco meno della metà dei ricchi titoli di Stato decennali che oggi le compagnie hanno in pancia. In ballo ci sono masse enormi, circa 190 miliardi, rispetto ai 429 miliardi totali di Btp in circolazione. Titoli che hanno rendimenti invidiabili ma che sono destinati ad arrivare presto a termine: il coupon medio di quei vecchi Btp è del 4,4%, mentre chi volesse ricomprare oggi titoli del debito pubblico italiano di eguale durata avrebbe un rendimento di appena lo 0,8%.
Un grattacapo per le assicurazioni, strette tra l’esigenza di individuare nuovi strumenti di investimento profittevoli e i vincoli imposti dalle regole di bilancio. Come quello sollevato da Carlo Cimbri, group ceo di Unipol, che presentando il bilancio semestrale in agosto aveva fatto sapere che il gruppo assicurativo di Bologna abbasserà drasticamente il peso dei Btp in portafoglio, dal 47% attuale al 40%, con un taglio complessivo di 10 miliardi.
Il riassetto del sistema bancario potrebbe presto rientrare nell’agenda nel governo. Da Mediobanca-Generali (su cui si è riacceso il faro di Consob) a Mps, dal futuro di Popolare di Bari alla bad bank di sistema, molte partite si stanno imponendo all’attenzione dei policy maker, anche se finora l’interesse non è stato altissimo. Su molti di questi temi è particolarmente vigile Luigi Marattin, deputato di Italia Viva ed ex consigliere economico di Palazzo Chigi.
Poste Vita Soluzione Flessibile New è prodotto d’investimento assicurativo di tipo unit linked della durata 7 anni, con possibilità di differirne per una sola volta la scadenza per un periodo di 3 anni. E’ previsto un premio unico ed eventuali versamenti aggiuntivi, a partire da 500 euro ciascuno, e le prestazioni del prodotto sono collegate all’andamento del fondo interno Poste Vita Soluzione Flessibile. Questa polizza ha l’obiettivo di realizzare una crescita del capitale attraverso le opportunità offerte dai mercati finanziari, grazie all’esperienza di Poste Vita e del partner Anima Sgr a cui è stata affidata la gestione del fondo interno. Il contratto si estingue automaticamente in caso di esercizio del diritto di recesso, di riscatto totale, di scadenza o di decesso dell’assicurato. La prestazione in caso di vita a scadenza prevede il pagamento agli aventi diritto di un importo collegato alla performance del fondo interno, senza alcuna garanzia finanziaria di rimborso dei premi versati o presenza di un rendimento minimo. La prestazione in caso di decesso dell’assicurato è analoga, ma in caso di decesso dal secondo anno in poi il capitale caso morte verrà maggiorato di una percentuale definita, in funzione dell’età dell’assicurato al momento del decesso. In ogni caso, il valore di tale incremento non potrà superare l’importo di 50 mila euro.
Non sono pochi i nodi da sciogliere nella società che controlla l’impero guidato da John Elkann. Un primo punto riguada i rapporti in famiglia. La revisione dei patti tra Fca e Psa per arrivare alla fusione di Stellantis ha comportato anche una drastica riduzione del dividendo straordinario. L’extra cedola è passata da un ammontare complessivo di 5,5 miliardi a un più contenuto 2,9 miliardi. In questo quadro salendo la catena di controllo che da Exor porta alla controllante olandese Giovanni Agnelli BV e poi ai soci di quest’ultima che sono i vari rami della famiglia Agnelli, l’assottigliamento del dividendo non è stato granché gradito tra i parenti con quote minori dell’impero e senza incarichi operativi. Al di là però dei mugugni interni alla dinastia, ci sono poi alcune controllate importanti che presentano alcuni punti interrogativi. La società di reassicurazione PartnerRe a marzo era stata ceduta alla compagnia francese Covea per la cifra monstre di 9 miliardi di dollari, ammontare che garantiva ad Exor una plusvalenza di 3 miliardi e che corrisponde a un valore di circa il 40% superiore alla valutazione attuale di Equita. Ma in piena pandemia i francesi chiesero uno sconto ma Elkann ha preferito non cedere e si è tenuto in portafoglio l’asset. Ora Partner Re ufficialmente non è in vendita, ma quest’opzione non può essere esclusa a priori. Certamente però ben difficilmente la holding potrebbe incassare le cifre della scorsa primavera.
- Caltagirone sale a Trieste
Mentre Leonardo Del Vecchio torna a rafforzarsi in Mediobanca, Francesco Gaetano Caltagirone sale ancora nel capitale delle Generali di cui già oggi è primo socio privato. L’imprenditore romano ha comprato azioni in due recenti distinte operazioni, portandosi al 5,292%. Nel dettaglio, il 7 ottobre Caltagirone ha acquistato altre 185 mila azioni, mentre il giorno successivo ne ha comprate altre 500 mila; quasi contestualmente il costruttore in altre due distinte operazioni ha venduto 500 mila strumenti finanziari legati ai titoli azionari, come è uso fare da circa due anni a questa parte man mano che aumenta il suo peso nell’equity. Si allarga così il distacco su Del Vecchio, ancora attestato al 4,8% della compagnia e concentrato sulla partita Mediobanca (primo socio del Leone al 12,91%).
- Zurich cala un tris a tutela della famiglia
Zurich Italia cresce nel campo della protezione delle famiglie lanciando il nuovo piano integrato Zurich Taboo Cube, una soluzione che racchiude tre protezioni contro malattie gravi, perdita di autosufficienza e decesso. Il tutto in un unico piano, ma con possibilità di attivare le singole soluzioni in modo indipendente tra loro a seconda delle fasi della vita dell’assicurato e della sua famiglia. Si può scegliere una sola soluzione, quindi, o combinarle tra loro in base alle esigenze. A guidare la scelta della compagnia, un sondaggio condotto da Swg che ha mostrato, tra gli altri fattori, come i Millennials siano sempre più inclini a sottoscrivere polizze legate alla protezione della salute, soprattutto in un contesto pandemico come quello attuale. «Il cambiamento in atto», ha detto Dario Moltrasio, ad di Zurich Investment Life, «rappresenta un’opportunità e una sfida per il settore assicurativo, che deve essere in grado di rispondere ai nuovi bisogni della società».
Via libera all’esenzione Iva della perizia di valutazione dello status di non autosufficienza della persona ai fini dell’erogazione di prestazioni assistenziali, resa da un perito indipendente, a condizione però che abbia ottenuto il riconoscimento di organismo avente carattere sociale secondo il diritto nazionale: tale prestazione è infatti oggettivamente riconducibile tra quelle strettamente connesse con l’assistenza e la previdenza sociale, esenti dall’imposta ai sensi dell’art. 132, par. 1, lettera g), della direttiva Iva. Così la Corte di giustizia Ue con sentenza 8 ottobre 2020, pronunciata nella causa pregiudiziale C-657/19. Le questioni erano state sollevate dall’autorità giudiziaria tedesca nell’ambito di una controversia tributaria sul trattamento applicabile, ai fini Iva, alle prestazioni, rese da un’infermiera diplomata, consistenti nella stesura, per conto del servizio medico incaricato da un ente pubblico di assicurazione malattia, di perizie di valutazione della non autosufficienza di determinati pazienti a fini assistenziali e previdenziali.
- La raccolta B. Generali a 390 mln
In settembre la raccolta netta di Banca Generali è risultata positiva per 390 milioni di euro, portando il valore cumulato da inizio anno vicino a 4,1 miliardi. Il dato è ampiamente superiore, sia su base mensile che annuale, a quanto realizzato lo scorso anno. La società ha spiegato che il trend commerciale è stato supportato anche da un’ottima dinamica in termini di mix di prodotto, con le soluzioni gestite più che raddoppiate sia a livello mensile a 154 milioni di euro, sia a livello complessivo da inizio anno (1,836 miliardi, +111%). Tra queste emerge nuovamente il contributo predominante della sicav lussemburghese Lux Im con 83 milioni e 1,3 miliardi da gennaio. C’è stato anche un significativo incremento del risparmio amministrato (273 milioni), spinto dai flussi di liquidità nei conti correnti. Tra le soluzioni di risparmio amministrato sono stati emessi 30 milioni di euro di prodotti strutturati e cartolarizzazioni, per un totale di 690 mln da inizio anno.
- Produzione industriale, la ripresa di agosto. In un mese su del 7,7%
La produzione industriale ad agosto, periodo di chiusure e fermi di attività, registra un graduale recupero post lockdown. A indicarlo sono gli ultimi dati certificati dall’Istat, che registra un aumento della produzione industriale del 7,7% rispetto al mese di luglio, un balzo che se analizzato su base annua mostra un calo dello 0,3% tra il mese di agosto 2020 e lo stesso periodo dell’anno precedente. Una contrazione «molto attenuata», specifica l’Istituto di statistica, rispetto al crollo segnato durante la fase della prima emergenza Covid. Con il dato mensile di agosto, la produzione dell’industria italiana registra, del resto, la quarta variazione congiunturale positiva. Confermando una tendenza che trova riscontro nella media del trimestre giugno-agosto. Rispetto ai tre mesi precedenti il livello della produzione è infatti cresciuta del 34,6%. Una ripresa che deve fare i conti con il complessivo andamento del 2020: nel periodo gennaio-agosto l’indice segna tuttora un calo della produzione del 15,4% rispetto all’analogo periodo del 2019. L’Istat si aspetta che a beneficiare del rimbalzo dell’industria sia anche l’andamento del Pil.
- Banca Generali, sale a 390 milioni la raccolta netta
Ammonta a 390 milioni di euro la raccolta netta a settembre di Banca Generali con un valore cumulato da inizio anno di 4,065 miliardi in salita rispetto ai 3,776 miliardi dei primi 9 mesi del 2019. A influire sul trend, fa sapere la società è stata anche una dinamica di mix di prodotto con le soluzioni gestite più che raddoppiate.
- Risparmio gestito, consolidamento pronto in Italia
Un rallentamento nella crescita dei ricavi, ma anche un’accelerazione per gran parte dei processi già in atto, quali la digitalizzazione, il ricorso alle tematiche legate alla sostenibilità e la ricerca di maggiori rendimenti (e margini) negli asset illiquidi e nelle aree emergenti. L’impatto esercitato da Covid-19 sull’industria del risparmio a livello globale mostra fino a questo momento due facce, secondo l’analisi condotta da Oliver Wyman e Morgan Stanley nel consueto studio annuale sul settore, intitolato «Oltre il rimbalzo». Quella innescata dal diffondersi del virus crea infatti inevitabili rischi, ma come tutte le crisi che si rispettino nasconde porta con sé anche opportunità, che i più abili saranno in grado di sfruttare a proprio vantaggio.
- Compagnie o agenti? Chi è il titolare dei dati
Nel settore della distribuzione assicurativa si avvicina una data importante. Il prossimo 19 ottobre scade la consultazione pubblica delle Linee-guida sui concetti di Titolare e Responsabile del trattamento dei dati nel Gdpr (“Guidelines 07/2020 on the concepts of controller and processor in the Gdpr”), pubblicate lo scorso 7 settembre dal Comitato europeo per la protezione dei dati (European Data Protection Board– Edpb). L’indirizzo ha un suo peso, essendo stato redatto dall’ organo europeo indipendente dove siedono i rappresentanti delle autorità nazionali e il Garante europeo della protezione dei dati (Gepd), che contribuisce all’applicazione coerente del nuovo regolamento sulla privacy nell’Ue. Le nuove regole chiariranno una volta per tutte se i dati dei clienti sono di proprietà esclusiva degli agenti (come sostenuto dai principali sindacati di categoria degli agenti assicurativi) o se invece compagnie e intermediari sono contitolari. Un aspetto non banale soprattutto alla luce dell’importanza dei cosidetti Big data per la strutturazione futura del business assicurativo. «L’individuazione del ruolo di titolare deve avvenire sulla base di un’analisi delle concrete attività svolte in relazione al trattamento svolto in uno specifico contesto – precisa Floreani –. Per quanto concerne la figura del Responsabile (ex art.28), due sono i requisiti per la ricorrenza della sua qualifica: deve trattarsi di un’entità separata dal titolare e che tratti i dati personali per conto del titolare».
- Credem con il polo private scala le posizioni nel wealth
Scalare le posizioni nel private banking, attività che contribuisce per il 50% al fatturato della banca, e consolidare il posizionamento presso una clientela sempre più orientata ai servizi di wealth management, sfruttando al meglio le sinergie con le società del Gruppo. Parte da queste premesse la nascita del Polo del Private Banking in Credem annunciata ieri a tutte le aree e le persone coinvolte in occasione di una grande convention digitale. La nuova business unit, vedrà confluire sotto un’unica regia e una sola governance la divisione private del Gruppo Credem (287 banker e masse per 20,3 miliardi di euro) e Banca Euromobiliare (410 professionisti tra banker e consulenti finanziari e 11,7 miliardi di masse).
- Consulenza indipendente, la Ue ci riprova