Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Le assicurazioni italiane sembrano avere gli anticorpi necessari per uscire indenni dalla crisi provocata da Covid. Se alle banche europee la pandemia ha causato un calo vertiginoso dei rendimenti sul capitale (roe) azzerati nel secondo trimestre rispetto al 6% dello stesso periodo 2019 a causa delle pesanti rettifiche sui crediti (MF-Milano Finanza del 7 ottobre), nel caso delle compagnie assicurative della Penisola quest’anno si potrebbe assistere addirittura a una replica della redditività record che era stata registrata nel 2019, quando il dato complessivamente del return on equity era stato del 12,9%. Le stime sono inevitabilmente ancora parziali ma il primo semestre dell’anno per le imprese assicurative italiane è stato positivo sotto diversi punti di vista. Per quanto riguarda la redditività del ramo danni la scarsissima diffusione delle polizze assicurative per interruzione del business ha evitato perdite alle imprese italiane che invece in altri Paesi sono state molto pesanti. Basti pensare ai Lloyd’s di Londra che per la pandemia hanno registrato sinistri di oltre 5 miliardi di sterline. Nel caso dell’Italia l’impatto è stato praticamente nullo ma, come negli altri mercati, c’è stato invece l’effetto positivo del lockdown.
Leonardo Del Vecchio rompe gli indugi e sale ancora in Mediobanca. A due mesi dall’autorizzazione della Bce, nei giorni scorsi Mister Luxottica ha superato il 10% di Piazzetta Cuccia, portandosi al 10,162%. In termini assoluti si tratta poco più di un arrotondamento, visto che la quota precedente era il 9,889%. Il segnale va però letto alla luce delle scadenze in avvicinamento. Tanto più che, come previsto dal Tuf in caso di superamento del 10%, Delfin ha diffuso una serie di informazioni sulla natura e sulle finalità dell’iniziativa: «L’investimento di Delfin in Mediobanca ha carattere finanziario e di lungo termine, con la volontà di garantire stabilità e sostenere la crescita», spiega il documento. «Eventuali ulteriori incrementi della quota saranno valutati, tempo per tempo, sulla base del rendimento dell’investimento, delle condizioni dei mercati e dell’opportunità di acquisto». Delfin esclude inoltre di voler «acquisire il controllo della banca» o di «esercitare un’influenza dominante sulla gestione», di voler «proporre un’integrazione o una revoca degli organi amministrativi o di controllo della banca» e di avere «accordi con altri soci o terzi sulla propria quota».
Pir tradizionali o Eltif? Per Ennio Doris, fondatore e presidente di Banca Mediolanum, la scelta è facile. Bisogna puntare sui pir tradizionali e in particolare alzare la loro quota da 30 a 60 mila euro (tenendo conto che attualmente vi è un limite massimo di investimento di 150 mila euro). «Occorre uno shock», ha commentato il banchiere, una risposta concreta per far ripartire l’economia reale. Pur riconoscendo l’importanza di strumenti alternativi, Doris ha messo in evidenza come l’unico modo per creare un mercato per questi prodotti passi attraverso il potenziamento dei pir tradizionali. A oggi non vi è ancora un mercato finanziario in cui collocarsi, se l’obiettivo è investire in società non quotate. Ne consegue che, seguendo il filo del ragionamento, nel momento in cui «gli strumenti tradizionali raggiungeranno il successo auspicato e verranno portate moltissime aziende sul mercato», si creerebbe spazio anche per strumenti alternativi come gli Eltif.
- CATTOLICA
Secondo fonti consultate dall’Agi, il recesso nell’ambito della partnership in via di definizione tra la compagnia veronese e le Generali sarebbe inferiore al 20%, soglia oltre cui si avvererebbe una delle condizioni sospensive
Il turismo fatica a risollevarsi dopo il lockdown. La stagione estiva è stata double face: fino alla fine di luglio c’è stato un encefalogramma piatto, in agosto si è registrato un rimbalzo ma assai parziale e che non è riuscito a recuperare il perduto, settembre è ritornato poi col segno quasi completamente negativo. L’ acuirsi dei contagi sta mettendo seriamente a rischio pure la prossima stagione invernale. Dice l’albergatore Franco Vanucci, presidente del consorzio Riccione turismo: «La mancanza di sicurezza mette in difficoltà. Le notizie spaventano e per prenotare una vacanza di Natale i turisti aspettano di essere certi che sia tutto in ordine. Siamo nella nebbia».
- SOStariffe.it
Visionando i preventivi rilasciati sul suo portale negli ultimi 12 mesi, SOStariffe.it ha potuto analizzare qual è stata l’evoluzione nazionale in merito alle attivazioni di polizze per il furto dell’auto. Al primo posto tra le auto per le quali è stato quantificato il maggior numero di preventivi relativi a un’assicurazione per furto troviamo la Panda 3ª serie, modello che ha registrato il 7,32% del totale di preventivi, seguita da Golf 7ª serie e Yaris 3ª serie. Secondo i dati raccolti dal Dossier sui furti d’auto elaborato da LoJack Italia relativi al 2019, la regione più colpita dai furti d’auto è stata la Campania, con oltre 23 mila furti. Seguono Lazio (17.021), Puglia (16.389), Sicilia (13.178) e Lombardia (10.013).
- Delfin oltre il 10% di Mediobanca con prestiti di Unicredit e Intesa
La Delfin di Leonardo Del Vecchio comunica alla Consob di aver superato la soglia del 10% di Mediobanca, di non avere intenzioni ostili, di agire in autonomia «senza altri soci», e di essere pronta a incrementare la propria partecipazione a seconda delle opportunità di mercato. La holding di uno degli imprenditori più ricchi d’Italia ha comprato un altro 0,2% circa del capitale, salendo così al 10,16% di Piazzetta Cuccia. E ha finanziato gli acquisti grazie a due prestiti erogati da Unicredit e Banca Intesa. Delfin agisce da sola, ma le due maggiori banche italiane sono pronte a fare affari con lei. Se è vero che difficilmente potrebbero fare altrimenti, è anche vero che Del Vecchio così facendo manda un segnale in Mediobanca e alle istituzioni: a chi nei mesi scorsi faceva notare che la sua Delfin è basata in Lussemburgo, e che Mediobanca è il primo azionista di un asset strategico per il Paese come le Generali, il patron di Luxottica fa sapere che le banche tricolori sono con lui. Non solo Unicredit, di cui Delfin è un socio storico, ma anche Intesa Sanpaolo. Del Vecchio non ha mai palesato le sue intenzioni su Mediobanca, né il management ha sondato qual’è la visione del suo primo azionista. E anche di recente ci sono stati dei mal di pancia sul controllo di Banca Generali: Mediobanca era e potrebbe essere in futuro interessata a rilevare la controllata di Generali, ma i soci privati del gruppo di Trieste, cioè proprio Del Vecchio (4,8%) e Francesco Caltagirone (5,25%), non paiono inclini a cederla a Piazzetta Cuccia ricevendo in parte in cambio titoli delle stesse Generali.
- Effetto virus sui miliardari mai così tanto a così pochi in oltre un secolo di storia
Alla fine dello scorso luglio, i patrimoni globali dei miliardari avevano toccato la cifra record di 10.200 miliardi di dollari: stracciato il precedente picco di 8.900 miliardi di fine 2017. Le settimane nere di febbraio e marzo, al clou della pandemia, avevano aperto crepe nei loro forzieri. Ma lo spettacolare recupero azionario dei mesi successivi ha consentito ai ricchi censiti dal rapporto di Ubs e PwC di rimpinguare le casseforti: tra aprile e luglio i loro patrimoni sono balzati all’insù del 27,5%. Sono oggi 2.189 persone, altro record, quaranta delle quali si trovano in Italia (quattro in più del 2019, con 165 miliardi in tasca e per la metà “self made”).
- Caltagirone arrotonda la quota al 5,25%
Francesco Gaetano Caltagirone sale di un altro 0,0485% nelle Generali e arriva a detenere una quota pari al 5,248%. Nel dettaglio, tramite Fincal spa ha acquistato 550mila azioni a 11,9045 euro il primo ottobre, per un esborso di 6,547 milioni. Lo stesso giorno ha venduto in due tranche strumenti finanziari legati ad azioni (1,5 milioni di pezzi) a 0,44 euro e 0,2275 euro, rispettivamente. Tramite Finced srl, poi Caltagirone ha acquistato 215mila titoli per 11,815 euro, per un esborso di 2,54 milioni di euro. La scorsa settimana Fincal aveva acquistato un altro 0,092% per 17,3 milioni.
- Bancassurance tech: Qonto e Yolo insieme con offerte per Pmi
I servizi finanziari si integrano in una bancassurance hi-tech all’insegna del digitale e dell’innovazione. È così che Qonto, fintech che propone un conto business dedicato a Pmi e professionisti, apre la sua piattaforma di offerte alle soluzioni di Yolo, gruppo di servizi di intermediazione assicurativa totalmente digitali. Sotto la spinta alla digitalizzazione accelerata dall’emergenza sanitaria i due gruppi hanno scelto una partnership industriale che riguarda due prodotti assicurativi pensati appositamente per la clientela business: una polizza sanitaria che protegge dalle sindromi influenzali di natura pandemica per i collaboratori e una di tutela legale che garantisce assistenza in caso di procedimenti giudiziari, nello specifico da parte di fornitori e clienti. I due prodotti saranno inseriti all’interno della piattaforma Connect in cui Qonto presenta la propria offerta di soluzioni per la finanza aziendale.
- AXA potrebbe aver bisogno di ricapitalizzare la controllata XL
Alcuni analisti parlano di una ricapitalizzazione tra 1 e 2 miliardi di euro per la compagnia specializzata nell’assicurazione danni e infortuni per le grandi imprese
e la riassicurazione. Molto sorvegliata dalla sua acquisizione per 15 miliardi di dollari, XL è stata colpita dalla crisi Covid-19. All’inizio dell’anno, l’assicuratore aveva già dovuto rivedere verso il basso il suo target a causa dei costosi disastri naturali.
D’ora in poi dovrà affrontare la crisi di Covid, che sta lasciando segni importanti sui conti di XL. Gran parte della fattura per il coronavirus, stimata in 1,5 miliardi di euro per il gruppo, è a carico della divisione, a causa di richieste di risarcimento relative a perdite operative o cancellazioni di eventi.
- L’assicurazione vita è sempre più simile agli altri investimenti finanziari