In attesa che la raccolta degli Eltif cominci a mostrare risultati (tra i pionieri, Azimut ha da poco presentato il suo primo prodotto Eltif), c’è aria di festa tra le società di risparmio gestito. Guardando alle raccolte nette dei primi 8 mesi del 2020 delle principali reti italiane si nota che il totale del periodo gennaio-agosto 2020 ha già quasi raggiunto o superato quello dell’intero 2019. Per alcuni player, come Banca Mediolanum, la raccolta è già migliore di quella totale dello scorso anno di 1,7 miliardi di euro. Il trend ha radici lontane: la serie dal 2008 al primo trimestre del 2020 mostra incrementi delle masse a doppia o tripla cifra percentuale. Tra i campioni della crescita spicca Banca Generali: +464% delle masse gestite e una crescita media annua stimata da Goldman Sachs pari al +6% entro il 2022. Le ragioni della crescita sono note: passaggio della ricchezza verso soluzioni di risparmio gestito, aumento dei prodotti, attività di recruiting. «Nel prossimo futuro», spiega l’amministratore delegato e direttore generale di FinecoBank Alessandro Foti, «le tendenze di crescita si consolideranno, anche a causa del contesto italiano che vede situazioni in cui le famiglie hanno più patrimonio che reddito». Il focus sarà proprio sull’atteggiamento delle famiglie: «Sono più attive rispetto al passato, sia tramite una maggiore partecipazione alle scelte di investimento sia con una crescita della domanda di consulenza». Per Fineco Goldman Sachs prevede una crescita media annua delle masse del 9,9% fino al 2022. Guardando al futuro, i gestori sono d’accordo su un punto: la crescita dipenderà in massima parte dalla relazione tra consulenti finanziari e clientela e i Pir alternativi accentueranno questa esigenza. Come osserva il direttore commerciale di Banca Mediolanum Stefano Volpato: «La figura dell’advisor sarà sempre più necessaria. Senza una guida i clienti avrebbero potuto disinvestire le posizioni finanziarie durante la crisi di febbraio-marzo», prosegue Volpato, «realizzando perdite ingenti». Strategia che, se da una parte ha contribuito alla raccolta da record dei primi otto mesi, dall’altra rafforzerà la crescita strutturale delle masse, che per Goldman Sachs sarà da qui al 2022 del +5% medio annuo per Mediolanum e del +3,2% per Azimut. Con una visione che guarda anche oltre i confini, come per il leader della raccolta, Fideuram-Intesa Sanpaolo Private Banking: «Anche se le nostre dimensioni sono tali da imporci il confronto con i grandi player europei, rispetto ai quali stiamo crescendo a tassi più elevati», dice l’ad e dg Tommaso Corcos, «la nostra crescita è impressionante anche rapportata a quella domestica». E anche il modo di lavorare nelle reti sta cambiando. Un aspetto che potrà rivelarsi decisivo per la crescita. Goldman Sachs sottolinea l’importanza dei nuovi metodi di organizzazione: «La pandemia di Covid-19 ha incrementato la domanda di servizi digitali di qualità e alcuni clienti hanno spostato il risparmio su gestori più abili a livello tecnologico». Ma anche chi non nasce digital ha saputo adattarsi con efficacia. È il caso di Fideuram-Intesa Sanpaolo pb, che lo scorso 10 settembre ha celebrato l’evento «Collegati al futuro», con 7.500 partecipanti in streaming tra consulenti e collaboratori. (riproduzione riservata)
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