A lungo i consulenti finanziari hanno desiderato lasciare l’ente degli agenti di commercio. Ma ora ne sono saliti al vertice. Ecco i piani
del presidente Anasf per rilanciare la Fondazione. A partire da Amazon
Luigi Conte
Luigi Contedi Anna Messia
Per anni l’auspicio dei consulenti finanziari è stato chiedere l’uscita dall’Enasarco, per versare i propri contributi esclusivamente all’Inps. Meglio abbandonare l’inscrizione all’ente previdenziale degli agenti di commercio, gestito spesso con poca trasparenza e nel quale non era possibile avere una propria rappresentanza perché non si poteva votare per eleggere i vertici, era la riflessone dei consulenti finanziari. La svolta c’è stata nel 2016 con le prime elezioni della storia dell’Ente ma ce ne sono voluti altri quattro perché i consulenti finanziari riuscissero a salire fino al vertice dell’ente che l’anno scorso ha compiuto 80 anni di storia, e ha oggi più di 222 mila iscritti e un patrimonio di oltre 7,8 miliardi di euro: con 25 delegati su 60, la lista unitaria «Fare presto!» sostenuta da Anasf, l’associazione dei consulenti, Federagenti, Fiarc e Confesercenti è risultata la prima in entrambe le consultazioni, sia lato agenti (18 su 40) che lato società mandanti (7 su 20). «È un risultato che premia il nostro coraggio», dice il presidente dell’Anasf, Luigi Conte, «ma non è certo la conquista di un fortino. Vogliamo mettere le nostre competenze a servizio dell’ente che si trova ad affrontare problemi esogeni, legati ai trend socio-demografici, ed endogeni, relativamente alla critica situazione patrimoniale. L’intenzione è di coinvolgere tutti coloro che vorranno condividere gli obiettivi di discontinuità, trasparenza e convergenza sui punti del programma elettorale, indiscutibilmente apprezzato da chi, tra gli iscritti, ha voluto darci fiducia».
Domanda. Partiamo proprio dal programma elettorale. Tra i punti che balzano agli occhi c’è la richiesta ai giganti dell’e-commerce di versare i contributi all’Enasarco. Un obiettivo decisamente ambizioso…
Risposta. Ovviamente non è una cosa che possiamo fare da soli ma il mondo è cambiato e non si può fare finta di niente. Non è certo un problema legato solo ad Enasarco. Giganti come Amazon hanno tolto valore al mercato degli agenti e vogliamo sensibilizzare il governo per regolamentare il settore. Penso per esempio anche alle nuove figure degli influencer o i cosiddetti personal shopper, che di fatto non hanno regole. È una questione sociale e ovviamente anche demografica. Serve coraggio e responsabilità per aumentare la base contributiva dell’Enasarco e migliorare la gestione interna.
D. Qual è oggi la situazione dell’ente? È in equilibrio dopo la crisi economica provocata dal Covid e dal lockdown?
R. Il bilancio 2019 non è andato male ma l’attivo, peraltro esiguo, riviene sostanzialmente dalla base contributiva. Oltretutto il rapporto tra percettori di rendita e contribuenti, senza interventi strutturali, è destinato a calare fino alla parità stimata entro il 2035. A queste condizioni il bilancio della Fondazione non sarebbe più sostenibile. Oltretutto, il fatto che l’Ente sia trasversale a diversi settori, rappresenta una virtù in tema di diversificazione delle risorse in entrata ma, ove la crisi del Paese dovesse protrarsi, evidenzia una possibile minaccia in relazione alla sostenibilità prospettica degli iscritti e delle loro famiglie. È quindi indispensabile porsi l’obiettivo di aumentare il numero degli iscritti e affrontare con vigore la lotta all’evasione contributiva, anche delle imprese esterovestite, non tralasciando la impellente necessità di migliorare la gestione del patrimonio.
D. Su quali leve avete intenzione di agire?
R. È evidente che l’obiettivo principale sarà quello di mettere in sicurezza le pensioni degli iscritti, non tralasciando la necessità di migliorare la redditività sia dell’ambito immobiliare sia mobiliare per eludere il rischio che i fattori economici poco propizi possano manifestare i loro effetti negativi.
D. Riuscirete a ottenere la presidenza dell’Enasarco?
R. Finita la fase elettorale si apre quella del confronto. La soddisfazione è duplice sia perché la nostra lista ha conseguito uno straordinario risultato sia perché il numero dei votanti è cresciuto, rispetto all’ultima tornata elettorale, del 25%, a riprova di una crescente sensibilità rispetto ai temi di governance dell’Ente; per questo il nostro intento è di coinvolgere tutti coloro i quali vorranno far parte di questa squadra che avrà il compito di proiettare l’Ente in una dimensione gestionale che faccia della trasparenza e della disciplina le proprie caratteristiche salienti. Entro quarantacinque giorni dalla proclamazione definitiva dei risultati il presidente Costa convocherà l’assemblea dei 60 delegati per eleggere il consiglio di amministrazione che a sua volta eleggerà il presidente e i vicepresidenti. Siamo pronti, eventualmente, ad assumerci la responsabilità di conduzione della Fondazione, mettendo in campo le nostre competenze professionali che, unite a un proverbiale spirito di appartenenza, ci hanno consentito di offrire un contributo determinante per la vittoria della coalizione. (riproduzione riservata)
Fonte: