Nel 2019 la raccolta premi per i rischi da r.c. sanitaria ammonta a 579 milioni di euro, in flessione del 6,5% rispetto all’anno precedente a causa della diminuzione di polizze sottoscritte dalle strutture sanitarie pubbliche che ricorrono sempre più alla cosiddetta “auto-ritenzione del rischio” (consentita in alternativa o ad integrazione della protezione assicurativa tradizionale).
E’ quanto emerge dalla statistica pubblicata da IVASS sui rischi da responsabilità civile sanitaria in Italia 2010-2019.
L’assicurazione per la colpa grave tutela il professionista sanitario. È una garanzia accessoria a quella per la r.c. sanitaria e può essere stipulata assieme a quest’ultima o da sola. Il personale sanitario operante a qualsiasi titolo presso una struttura sanitaria pubblica o privata è tenuto a tutelarsi (art. 10, comma 3 della legge Gelli) con una polizza per colpa grave, a garanzia dell’azione di rivalsa promuovibile nei suoi confronti dalla struttura stessa o dall’impresa assicurativa che offre copertura a quest’ultima (art. 9, comma 1 e art. 1 comma 3 della legge Gelli). Le imprese segnalano soltanto le coperture singole e, in quelle multi-garanzia, la quota di premio per colpa grave, se scorporabile.
Per il 2019 le imprese hanno segnalato circa 80.000 unità di rischio e 13 milioni di premi per queste coperture, in aumento rispetto al 2018 e al 2017.
Le imprese con sede all’estero raccolgono la metà dei premi e operano prevalentemente per la copertura dei rischi delle strutture pubbliche. Le imprese italiane, invece, sono maggiormente operative nei confronti delle strutture private e del personale sanitario. La raccolta premi delle imprese italiane per le strutture pubbliche resta limitata e in calo nel 2018 in termini assoluti (da 32,6 a 26,9 milioni).
La raccolta premi nel settore è concentrata soprattutto per le strutture pubbliche: il 92,4 per cento è raccolto dalle prime 5 maggiori imprese (di cui 4 estere). La concentrazione è
inferiore per le strutture private e gli operatori sanitari, per i quali comunque le prime 5
imprese (tra cui 2 estere per le prime e 1 estera per i secondi) raccolgono rispettivamente
l’81,2% e il 61,2% dei premi.
Nel 2019 risultano assicurate 581 strutture pubbliche, 6.757 private e oltre 300 mila unità di personale sanitario.
Il prezzo medio di copertura di una struttura pubblica è stato di poco inferiore a 400 mila
euro, quello di una privata di 17 mila euro, effetto delle maggiori dimensioni e della superiore complessità delle prime rispetto alle seconde. Il personale sanitario paga in media un premio pari a 749 euro. Nel 2019, il 5,8% del personale sanitario assicurato ha cambiato compagnia, ottenendo in media riduzioni di premio superiori rispetto a chi ha scelto la stessa compagnia.
Nel 2019 le compagnie hanno ricevuto 17.904 denunce, in diminuzione (–6,7%) rispetto a quelle ricevute nel 2018 e in forte flessione (–42,9%) rispetto a quelle del 2010. Il fattore trainante di questo andamento è il calo delle denunce di sinistro dei contratti a copertura delle strutture pubbliche (–16,0% rispetto all’anno precedente e –67,7% rispetto al 2010).
Alla fine del 2019 risulta senza seguito il 18,6% delle denunce ricevute nell’anno, quota in flessione rispetto a quella delle denunce del 2018 alla fine dell’anno stesso (21,4%)
Il settore è caratterizzato da una quota di denunce senza seguito maggiore rispetto all’r.c. auto. Il lungo tempo necessario nel settore alla corretta classificazione di una denuncia spiega l’aumentare con l’antidurata della quota di denunce senza seguito, che riguarda oltre la metà delle denunce pervenute fino al 2017.
Alla fine del 2019, risultano pari a 60.518 i sinistri, denunciati tra il 2010 e il 2019, risarciti a titolo definitivo dalle compagnie. Solo l’11,0% di questi riguarda le denunce di sinistro
pervenute a partire dal 2017 e la percentuale scende al 5,8% per quelle pervenute nel 2018-2019. Nello stesso periodo i risarcimenti erogati (a titolo definitivo o parziale) sono stati pari a 2.822 milioni di euro.
Il risarcimento medio nel 2019 dei sinistri denunciati nello stesso anno è pari a 6.946 euro per le strutture pubbliche. Sono superiori i corrispondenti valori per le strutture private e per il personale sanitario (rispettivamente 11.321 e 9.105 euro). Per le
strutture private e il personale sanitario, i valori risultano in aumento rispetto a quelli della generazione di denunce 2018, contro una flessione per le strutture pubbliche.
Il costo medio complessivo dei sinistri con seguito pervenuti nel 2019 ammonta a 83.201 euro per le strutture pubbliche, 35.332 per quelle private e 15.483 per il personale sanitario.
Per quanto riguarda l’auto ritenzione del rischio, le strutture sanitarie possono gestire internamente, in tutto o in parte, il rischio da responsabilità civile sanitaria. Le strutture che optano per questa soluzione costituiscono fondi specificamente destinati a risarcire i pazienti che hanno subito errori sanitari, alimentati da accantonamenti annuali. Il Ministero della Salute rende disponibili dati relativi a fondi e accantonamenti delle strutture sanitarie pubbliche.
Nel corso del 2018 le strutture sanitarie pubbliche hanno accantonato fondi per un importo complessivo di 510,1 milioni di euro, in diminuzione rispetto al 2017 (–13,9%). La flessione ha riguardato le strutture di tutte le aree del paese e ha interessato sia quelle che erogano direttamente l’assistenza sanitaria sia le amministrazioni regionali.
A livello territoriale più disaggregato, la regione che nel 2018 ha effettuato i maggiori accantonamenti è il Veneto (14,4% del totale, per un importo di 110,7 milioni), seguita dalla Lombardia (74,1 milioni), dal Lazio (60,8 milioni) e dalla Campania (59,2 milioni). In rapporto al numero di abitanti, la consistenza maggiore dei fondi accantonati si registra per la regione Veneto (66,5 euro per abitante), seguita dalla Sicilia (60,8 euro), dall’Umbria (58,3 euro) e dal Lazio (50,9 euro).