Il dato di luglio-settembre è inferiore a quello di Francia (+18,2%) e Spagna (+16,7%) e superiore a quello della Germania (+8,2%). Ma c’è già in vista un rallentamento
di Andrea Ciociola
Nel terzo trimestre il pil italiano è cresciuto del 16,1% (dato destagionalizzato) a livello congiunturale. Il Governo intende mantenere immutate le previsioni di un -9% per l’intero 2020, mentre la crescita del pil nel corso del prossimo anno potrebbe risultare inferiore al +6% stimato nella Nadef. A causa delle flessioni accusate nei precedenti due trimestri, nel confronto tendenziale la variazione resta negativa nella misura del 4,7%. Il marcato recupero registrato nel corso del terzo trimestre riporta comunque il volume del pil a livelli registrati nella prima metà del 2015. Nel periodo in esame, il pil è tornato a crescere anche nell’Eurozona, che ha messo a segno un rimbalzo del 12,7% tra luglio e settembre. Su base annua, il dato segna invece un calo del 4,3%. Le stime degli analisti erano più pessimiste: si attendevano infatti un progresso dell’8,8% su base trimestrale e una flessione più marcata, del 7,6%, a livello tendenziale. Quanto alla Germania, ha registato un balzo dell’8,2% a livello trimestrale e un calo del 4,3% su base annua, superando in entrambi casi le aspettative degli analisti che si attendenvano un +6,8% e un -5,3%. Il secondo trimestre tedesco è stato rivisto al ribasso al -9,8%. Nello stesso periodo, la Francia è cresciuta del 18,2% su base congiunturale e la Spagna del 16,7%. Tornando all’Italia, venerdì sera è arrivata la conferma del rating BBB (high) da parte di Dbrs. Il trend resta negativo. (riproduzione riservata)

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