di Luca Gualtieri
Leonardo Del Vecchio rompe gli indugi e sale ancora in Mediobanca. A due mesi dall’autorizzazione della Bce, nei giorni scorsi Mister Luxottica ha superato il 10% di Piazzetta Cuccia, portandosi al 10,162%. In termini assoluti si tratta poco più di un arrotondamento, visto che la quota precedente era il 9,889%. Il segnale va però letto alla luce delle scadenze in avvicinamento.
Tanto più che, come previsto dal Tuf in caso di superamento del 10%, Delfin ha diffuso una serie di informazioni sulla natura e sulle finalità dell’iniziativa: «L’investimento di Delfin in Mediobanca ha carattere finanziario e di lungo termine, con la volontà di garantire stabilità e sostenere la crescita», spiega il documento. «Eventuali ulteriori incrementi della quota saranno valutati, tempo per tempo, sulla base del rendimento dell’investimento, delle condizioni dei mercati e dell’opportunità di acquisto». Delfin esclude inoltre di voler «acquisire il controllo della banca» o di «esercitare un’influenza dominante sulla gestione», di voler «proporre un’integrazione o una revoca degli organi amministrativi o di controllo della banca» e di avere «accordi con altri soci o terzi sulla propria quota».
Dichiarazioni molto interessanti alla luce dell’imminente assemblea. Il prossimo 28 ottobre, infatti, gli azionisti saranno chiamati a eleggere il nuovo consiglio di amministrazione. La lista presentata dal board in scadenza conferma gran parte della prima linea, a partire dal presidente Renato Pagliaro, dal ceo Alberto Nagel e del dg Francesco Saverio Vinci. Anche se Delfin non ha annunciato candidature, non è certo scontato che la sua preferenza vada agli amministratori uscenti. Le alternative sul tavolo sono tre.
Del Vecchio (ben consigliato dall’avvocato Sergio Erede e dal top banker Vittorio Grilli) potrebbe astenersi dal voto per evidenziare la propria neutralità. Oppure potrebbe appoggiare Assogestioni, con il plausibile effetto di portare in maggioranza la lista presentata dal comitato dei gestori, come accaduto negli anni scorsi nelle assemblee di Unicredit, Telecom e Ubi Banca. Assai più dirompente sarebbe però il sostegno a Bluebell, il fondo guidato da Giuseppe Bivona e Marco Taricco e presieduto da Francesco Trapani (ex Bulgari). Con l’appoggio di una parte dei fondi, Bluebell potrebbe perfino sorpassare Assogestioni e conquistare le due poltrone riservate alle minoranze in cda. Una scelta del genere appare però improbabile, soprattutto dopo le dichiarazioni di ieri volte ad allontanare il sospetto di manovre ostili.
Sull’assemblea del 28 grava anche un’altra incognita: con quale partecipazione si presenterà Delfin? Se nei giorni scorsi Del Vecchio ha ricominciato a comprare, non è chiaro dove si fermerà, fermo restando che il termine per gli acquisti è fissato al 15. C’è chi ritiene che possa spingersi al 13-14% o perfino oltre, viste le ampie disponibilità dell’imprenditore, che pure ha finanziato gli acquisti in Mediobanca quasi interamente a debito. Le risorse sono state fornite per il 74,5% da Unicredit Luxembourg, per il 23% da Intesa Sanpaolo Luxembourg mentre solo per il 2,5% si tratta di mezzi propri. Qualcuno peraltro ricorda che di Unicredit Luxembourg è direttore generale Giovanni Giallombardo, consigliere di Delfin e di EssilorLuxottica. (riproduzione riservata)
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