di Enrico Sbandi
Un auto su quattro in Italia è immatricolata con la formula del noleggio – sia a lungo che a breve termine – e la tendenza va a consolidarsi nell’ultimo anno. Le nuove esigenze e abitudini dettate dalla pandemia, le scelte di prudenza dell’utenza aziendale e la spinta degli incentivi fanno aumentare la quota marginale dei privati. La proprietà diretta del veicolo è sempre più messa in discussione dalle formule di servitizzazione che spostano il focus dal bene auto al servizio di mobilità. Queste le principali indicazioni che emergono dalle rilevazioni del Centro Studi Fleet&Mobility su dati Unrae aggiornati a tutto settembre 2020, che vedono nel noleggio a lungo termine la formula che ormai, con il 15,3%, vale tre volte le immatricolazioni dirette delle società. La parte privata, con il 62,8%, fa un balzo in avanti di circa 5 punti percentuali nel periodo gennaio/settembre 2020 rispetto allo stesso intervallo dell’anno precedente. Ristagnano le immatricolazioni del noleggio a breve termine, conseguenza naturale delle difficoltà del turismo, primo cliente di questo comparto. È un mercato in movimento, che sconta un calo drastico dei volumi, quasi 500 mila unità in meno anno su anno, pari a una frenata del 34%, ma le tendenze sono comunque significative.
La lettura dei numeri del mercato è ancora meglio definita alla luce dei risultati della ricerca condotta da Areté sull’impatto del Covid-19 sulle scelte di mobilità degli italiani: paura del contagio e incentivi all’acquisto dell’auto sono i fattori che influenzano maggiormente l’attuale scenario della mobilità. L’indagine, condotta su un campione di persone di età compresa fra i 30 e i 65 anni, 70% uomo, in tutte le Regioni, vede un italiano su quattro preoccupato dalla nuova accelerata della pandemia e dunque più propenso a ripiegare sul mezzo privato per evitare il trasporto collettivo. L’auto resta il mezzo più utilizzato per gli spostamenti dal 70% degli italiani, il 50% dei quali, secondo i dati dell’indagine, si dice pronto ad usufruire dei nuovi bonus per cambiare la propria vettura.
Di fronte alla rapida e imprevedibile evoluzione del quadro generale, i cui contorni continueranno a essere imposti dall’incrocio fra la crisi sanitaria, le difficoltà economiche e i sostegni pubblici, le aziende del noleggio lavorano alla riorganizzazione. Il focus è sulle tendenze di progressivo abbandono della proprietà diretta dei veicoli, destinate a riprendere vigore con l’esaurimento del ciclo degli incentivi e sulle opportunità fornite dalla telematica nell’organizzazione dei servizi di mobilità. «In Italia è il settore nel suo complesso ad attraversare una fase di rapida evoluzione», osserva Massimiliano Archiapatti, presidente di Aniasa, l’Associazione confindustriale del settore dei servizi di mobilità. «I cambiamenti sono destinati a stravolgere il nostro modo di muoverci e di spostare le merci. Basti l’esempio delle formule di pay-per-use mobility, che nel 2019 hanno toccato la quota record del 25% dell’immatricolato e oltre 1 milione di veicoli circolanti».
Cambiamento che nella pandemia ha trovato un ulteriore fattore di accelerazione. In prospettiva si intravedono quote significative dei finanziamenti del programma Next Generation Eu destinate alla smart mobility. «Siamo davanti a un’occasione irripetibile per rendere la mobilità italiana più sostenibile, intelligente e sicura, supportando l’ineluttabile transizione dalla proprietà all’uso dei veicoli», commenta Archiapatti. «Il noleggio è oggi un asset strategico per le politiche di sostenibilità ed economia circolare, con il suo parco veicoli a emissioni ridotte e con la capacità di immettere costantemente sul mercato dell’usato veicoli a fine noleggio di ultima generazione, in grado di sostituire quelli più inquinanti». (riproduzione riservata)
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