Le calamità naturali sono costate all’Italia circa 310 miliardi di euro dal dopoguerra al 2018. Tra queste, l’alluvione è il fenomeno più frequente (35%), ma quello più costoso è il terremoto: 150 miliardi sui 310complessivi sono stati infatti spesi nelle opere di ricostruzione post sisma.
Ma sono i danni indiretti quelli di ben più difficile quantificazione e i più ingenti. Nonostante quasi l’80% delle abitazioni sia esposto a un rischio significativo di calamità naturale di vario tipo, è curioso che solo il 4,5% delle case risulti protetto da una copertura assicurativa.
La stima delle unità abitative assicurate contro i rischi catastrofali a marzo 2020 risulta essere di 1,4 mln di euro (4,5% del totale delle abitazioni censite dall’Istat,
pari a 31,2 mln), mentre erano 1 mln a marzo 2019”.
Sono questi i dati emersi dal workshop on line sull’educazione assicurativa-ottobre Edufin 2020 dal titolo “Il ruolo delle assicurazioni nei rischi catastrofali”, organizzato dall’Istituto di ricerca su innovazione e servizi per lo sviluppo del Cnr (Iriss) e patrocinato dall’associazione AssicuraEconomia.
“L’Iriss è fortemente impegnato sul tema del rischio. I nostri ricercatori collaborano con i più importanti centri di ricerca e università in progetti congiunti sulla fragilità e vulnerabilità dei territori”, ha detto Massimo Clemente, direttore dell’Iriss-Cnr.
Per Antonio Coviello, ricercatore del Cnr-Iriss, “occorre realizzare un sistema efficace di prevenzione e protezione dai danni derivanti dalle catastrofi naturali che preveda anche lo strumento assicurativo, secondo uno schema pubblico-privato, come già avviene nei principali paesi europei. In generale, nel settore delle assicurazioni a protezione dei beni, della salute e del patrimonio (escludendo l auto), l’Italia presenta un evidente gap di copertura rispetto agli altri principali Paesi europei: l’incidenza dei premi (escluso il settore auto) sul Pil è in Italia pari all’1% rispetto a una media europea del 2,6% e il premio medio per abitante del nostro Paese è circa un terzo di quello dei principali Paesi Ue. Il nostro Paese si distingue per una gestione dei danni relativi a calamità naturali che tradizionalmente si basa sull’intervento ex-post da parte dello Stato. Questa modalità di gestione dei danni, attuata ripetutamente nel tempo, ha accresciuto la convinzione che esista un garante di ultima istanza disposto a farsi carico della ricostruzione. Per tale ragione le coperture assicurative per gli eventi catastrofali sono ancora scarsamente diffuse”.
All’incontro sono intervenuti, tra gli altri, Francesco Paparella (broker, ex presidente AIBA), Giuseppe De Natale e Gianluca Valensise (dirigenti di ricerca INGV), Renato Somma (ricercatore INGV e associato Cnr-Iriss), Alfredo Vespaziani (dirigente Consap), Fabrizio Morana e Gerardo Coviello (Centro Studi AssicuraEconomia), Giovanni Di Trapani (ricercatore Cnr-Iriss).