Secondo Accenture questa è una delle industrie più esposte al rischio disruption e i numeri mostrano che il cambiamento è già in atto. Tutto sui nuovi concorrenti all’XVIII Insurance Day
di Anna Messia
Nuovi concorrenti potenzialmente dirompenti come Tesla si affacciano sul mercato spingendo le compagnie ad accelerare il cambiamento. La casa automobilistica specializzata nei veicoli elettrici sembra pronta a lanciare una propria offerta assicurativa mettendo in discussione le logiche che sono state finora alla base dei modelli assicurativi tradizionali. Temi che saranno al centro della diciottesima edizione dell’Insurance Day, organizzata da MF-Milano Finanza in collaborazione con Accenture in 17 mattina, che quest’anno si tiene all’interno del primo Milano Festival delle assicurazioni. Il settore assicurativo si conferma un settore in forte cambiamento ma all’orizzonte sembrano esserci rivoluzioni ancora più profonde. «Secondo lo studio globale e plurisettoriale di Accenture, che ha elaborato il DisruptabilityIndex, tra i 18 mercati analizzati il comparto Insurance è una delle industrie più esposte al rischio disruption nel prossimo futuro e i numeri mostrano chiaramente che il cambiamento è già in atto», ha commentato Daniele Presutti, responsabile Insurance di Accenture in Italia. Negli ultimi anni la disruptability del settore è aumentata, con una crescita del 20% dell’indice nel 2018 rispetto al 2017. Una crescita dovuta ad alcuni fenomeni specifici che hanno inciso sulla velocità di trasformazione del comparto assicurativo. C’è stato per esempio l’aumento dell’incidenza degli investimenti in digitale e in trasformazione tecnologica che è però risultata ancora lontana da quelle delle industrie più innovative e meno della metà rispetto a quella del settore bancario.
La maggiore disruptability, aggiungono da Accenture, è peraltro legata anche a ulteriori fattori che evidenziano importanti segnalidi maggiore dinamicità del comparto: la presenza degli Unicorn, le startup con più di 1 miliardo di dollari di capitalizzazione negli ultimi tre anni è raddoppiata, passando da 7 a 14 mentre le operazioni di venture capital sono aumentate di 2,5 volte. «Siamo in un’era “post-Digitale”, in questo contesto ha successo chi riesce ad affermare la propria rilevanza nei confronti dei clienti e di tutti gli altri stakeholder del proprio ecosistema ovvero partner, dipendenti, provider, e l’intera comunità di riferimento», continua Presutti. Il cambiamento in corso è guidato anche dalle nuove abitudini e stili di vita dei clienti: secondo la società di consulenza, il 71% dei clienti compra beni e servizi dalle aziende che riflettono i loro valori e convincimenti personali. È un cambiamento di paradigma di cui anche le aziende sono consapevoli: il 76% dei capi aziende al centro di una rilevazione di Accenture è convinto che la fiducia dei consumatori sia il fattore critico per il loro successo nei prossimi 5 anni.
Intanto il mercato si è fatto più complicato. I dati confermano un mercato assicurativo globale in «crescita rallentata”, con una variazione dei premi globali 2017-2018 pari a +1,5% totale (+3% derivante dal comparto danni e +0,2% dall’ambito vita), in linea con quanto registrato nel biennio precedente (pari a +1,5%).La causa del rallentamento è in primo luogo imputabile a un arresto nella crescita della raccolta Vita nelle economie di Europa, Brasile e Cina, dovuto principalmente ai bassi tassi di interesse che continuano a dominare i mercati. Spostando lo sguardo verso il mercato italiano, si assiste invece ad una fase moderatamente espansiva (+3,2% nel 2018) dopo la flessione del 2017 (pari a -2,4%) , ma il risultato complessivo del settore evidenzia nel 2018 una contrazione dell’utile a 4,2 miliardi (5,9 nel 2017). L’utile netto è in diminuzione sia per il comparto danni (-9,6%) sia e, soprattutto, per il segmento vita (-44%), a causa del calo del risultato tecnico, sceso a circa 800 milioni da 3,4 miliardi rilevati nel 2017 (-75% anno su anno). Per il segmento vita, in particolare, si evidenzia che la contrazione negativa è dovuta al calo degli utili da investimenti, diminuiti del 94%. E all’orizzonte non si prospettano grandi novità. Per quanto riguarda il 2019 si prevede infatti che il business assicurativo complessivo continuerà la sua fase moderatamente espansiva, in linea con la crescita dell’anno precedente (+3,2% nel 2018, Roe medio del 6,9% è un combinedratio che lo scorso anno è stato del 90,2%). L’utile netto è in diminuzione sia per il comparto danni (-9,6%) sia e, soprattutto, per il segmento vita (-44%), a causa del calo del risultato tecnico, sceso a circa 800 milioni da 3,4 miliardi rilevati nel 2017 (-75% anno su anno). Per il segmento vita, in particolare, si evidenzia che la contrazione negativa è dovuta al calo degli utili da investimenti, diminuiti del 94%. E all’orizzonte non si prospettano grandi novità. Per quanto riguarda il 2019 si prevede infatti che il business assicurativo complessivo continuerà la sua fase moderatamente espansiva, in linea con la crescita dell’anno precedente (+3,2% nel 2018, Roe medio del 6,9% è un combinedratio che lo scorso anno fa stato del 90,2%). (riproduzione riservata)
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