di Anna Messia
Anche Ivass scende in campo sulla questione Rc auto e propone di defiscalizzare i contratti e trasferire il prelievo sul consumo del carburante con benefici per l’intero sistema: un calo del premio medio del 18% e un aumento netto del prezzo del carburante di circa il 4,5%, a parità di gettito. Il suggerimento è contenuto in un quaderno di lavoro, firmato dal consigliere dell’Istituto di controllo, Riccardo Cesari e da Antonio De Pascalis, capo servizio studi di Ivass. L’argomento Rc auto è da sempre al centro di possibili riforme per tentare di ridurre i costi per gli assicurati. Proprio in questi giorni è in discussione alla Camera un disegno di legge, a firma del Movimento Cinque Stelle (Andrea Caso) che punta ad abbassare le tariffe per i clienti virtuosi, quelli che non sono coinvolti in incidenti. L’intenzione è quella di introdurre il principio che nessuno può pagare maggiori costi di assicurazione in ragione della sua residenza. Secondo l’Ivass si rischierebbe invece un aumento generalizzato dei prezzi. Chiamata in audizione l’Ania, l’associazione delle compagnie di assicurazione ha dichiarato che le modifiche potrebbero compromettere i buoni risultati già raggiunti negli ultimi anni. Il gap tra il premio medio italiano e quello europeo si è notevolmente ridotto dai 213 euro della media 2008-2012 ai 72 euro del 2018, con un premio medio che negli ultimi sette anni è sceso del 28,6%. Un intervento radicale come quello disegnato del ddl Caso, secondo le compagnie, potrebbe quindi creare disequilibri tecnici nel settore. Intanto, come riportato da MFMilano Finanza lo scorso 10 ottobre, c’è un altro intervento sull’Rc Auto ventilato sempre Movimento 5 Stelle che resta per ora sulla piattaforma Rousseau (proposto dalla deputata Maria Soave Alemanno) ma che potrebbe presto diventare un disegno di legge. L’intenzione è di introdurre una polizza Rc auto di base, in grado di rendere più semplice il confronto tra le offerte sul mercato e una sorta di Tripadvisor delle assicurazioni, prevedendo che i clienti, a fine anno, diano un giudizio sulla qualità del servizio ricevuto. Su questo ricco dibattito si è inserito quindi il quaderno Ivass che, numeri alla mano, propone una soluzione per far scendere i premi l’Rc auto e soprattutto per ridurre le disparità territoriali oggetto del ddl Caso, riducendo le differenze tra Nord e Sud. La strada è appunto quella di trasferire, a parità di gettito, il prelievo fiscale dal premio di polizza al consumo di carburante. «In questo modo il premio medio delle polizze calerebbe di circa il 18%. In termini di gettito si tratta di quasi 2,2 miliardi per l’aliquota provinciale e di altri 335 milioni per il fondo vittime della strada. L’accisa totale per la benzina, considerando l’invarianza di gettito, sarebbe di circa 0,055 euro per litro, +4,5% sul prezzo dei carburanti, calcola l’Ivass, dove si sottolineano i numerosi vantaggi di questo intervento. L’imposta non sarebbe più proporzionale al premi (più alto nel Sud Italia) ma al consumo di carburante (più frequente al Nord) e graverebbe anche sugli evasori assicurativi, cioè chi circola senza la polizza benché obbligatoria. La defiscalizzazione del premio renderebbe esercitabile il diritto di recesso nei contratti Rc auto a distanza, osservano da Ivass e soprattutto la nuova imposta avrebbe le caratteristiche di una carbon tax, con incentivi alla riduzione delle emissioni di CO2 e all’uso delle energie rinnovabili». (riproduzione riservata)
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