Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

Osservatorio permanente sugli investimenti assicurativi,

Il prodotto assicurativo offerto dalla compagnia Reale Mutua preso in esame in questa occasione è Crescita Reale premi ricorrenti. In sintesi si tratta di un contratto di assicurazione a premi unici ricorrenti, appartenente al Ramo I, le cui prestazioni si rivalutano in base al rendimento della gestione separata denominata Reale Uno. Di conseguenza è un prodotto che coniuga un rischio finanziario molto contenuto, derivante dal motore utilizzato per la generazione di performance costituto unicamente da una gestione a basso rischio e di natura prevalentemente obbligazionaria, alle classiche esigenze di protezione.

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Da oltre un anno la guerra commerciale tra Usa e Cina sta suscitando negli esperti interrogativi che non sempre trovano risposte. La volatilità del mercato ha mietuto molte vittime e fatto rifugiare tanti investitori nel mercato obbligazionario, con la nota ondata di tassi negativi. Inoltre, da inizio anno i listini continuano a viaggiare in territorio positivo, ma la loro performance negli ultimi tre mesi ha segno meno. A Wall Street l’indice S&P500 (+16,84% da inizio anno) è in calo di oltre il 2%, il Nasdaq, che viaggia in rialzo del 19,42% da gennaio, ha lasciato sul terreno il 2,91% da luglio. Le cose non vanno meglio neanche in Europa dove il Ftse Mib ha virato in negativo cedendo 2,54% (+16,94% da inizio 2019). Eppure nel complesso i fondi sono riusciti a cavalcare il mercato, con i migliori money manager che hanno superato di gran lunga gli indici di riferimento.
Non deve essere stato facile per Luciano Lucca rifiutare le offerte da capogiro arrivate nei mesi passati dagli americani. Deve aver guardato indietro, quando a soli 19 anni iniziò a lavorare come agente della Toro Assicurazioni per poi decidere il passaggio al settore del brokeraggio fondando Assiteca di cui oggi è presidente. In questi anni la società è diventata il più grande broker italiano, dal 2015 quotata all’Aim, con un fatturato di 70 milioni e un ebitda margin del 15,65%. L’unico broker in grado di contrastare lo strapotere dei due colossi a stelle e strisce, Aon e Marsh, che in Italia continuano a detenere la fetta più grande del business. Non a caso proprio i due colossi erano stati pronti a mettere sul piatto ricche proposte pur di accaparrarsi Assiteca e vincere definitivamente la battaglia sull’Italia. «La tentazione c’è stata», non nasconde Lucca a MF-Milano Finanza, «ma un imprenditore deve vendere la sua azienda solo quando non è più in grado di farla crescere o non ha più l’entusiasmo». E di entusiasmo Lucca, 72 anni, sembra averne ancora
molto. Le nuove risorse sono arrivate dai francesi di Tikehau, gruppo che entrerà nel capitale con una quota di minoranza del 23,43% attraverso un aumento di capitale riservato di 25 milioni. L’intenzione è far crescere ancora l’azienda, non solo in Italia ma anche in Spagna e Francia accelerando se possibile lo sbarco sul listino principale ipotizzato nel 2022.
Per il momento la dichiarazione di guerra non è stata presentata. Allo scadere dei termini previsti, Leonardo  Del Vecchio ha scelto di non richiedere l’integrazione all’ordine del giorno dell’assemblea che il prossimo 28 ottobre voterà il bilancio di Mediobanca . Secondo ipotesi circolate nei giorni precedenti il presidente esecutivo di EssilorLuxottica  avrebbe meditato di chiedere la modifica di alcuni delicati articoli dello statuto. Un blitz che lo avrebbe messo in rotta di collisione con la prima linea di Mediobanca , a partire dal presidente Renato Pagliaro e dal ceo Alberto Nagel. Difficile pensare che si tratti di una tregua, ma certamente Delfin (assistita dall’avvocato Sergio Erede) ha scelto di muoversi con grande cautela su un crocevia monitorato da vicino dalle istituzioni italiane.

L’uso degli algoritmi «non trasparenti» nell’offerta delle compagnie assicurative può portare a rischi di discriminazione: lo ha affermato il segretario generale dell’Ivass, Stefano De Polis. «Particolare rilevanza assumono taluni temi etici, da ricondurre per lo più a rischi di inaccettabile discriminazione in fase di offerta, laddove ci si basi su algoritmi non trasparenti o supportati da tecniche non radicate in solidi principi e prassi attuariali», ha aggiunto.

 

Stop alle facili pensioni d’oro ai sindacalisti. La contribuzione aggiuntiva pagata dal sindacato, infatti, inciderà appieno sulla pensione solo se la relativa indennità (su cui la contribuzione è calcolata) soddisfi i caratteri di fissità e di continuità. Inoltre, quando gli incarichi sono più di uno, contemporanei, le relative indennità (e contribuzioni aggiuntive) non si sommeranno, ma se ne potrà prendere in considerazione una soltanto, quella d’importo maggiore. A stabilirlo è l’Inps nella circolare n. 129/2019, mettendo in pratica il «freno» posto alle pensioni d’oro dei sindacalisti dalla Corte dei conti con la sentenza n. 491/2016. Le nuove regole hanno effetto a partire dalla contribuzione aggiuntiva dell’anno corrente 2019 anche per incarichi sindacali conferiti precedentemente al 4 ottobre 2019 (data di pubblicazione della circolare). Lo stop colpisce, in particolare, i dipendenti pubblici, quelli di ferrovie, elettrici e Poste.

corsera

  • Il Parlamento Ue rinvia su Panetta e chiede più donne in Bce
Si complica la nomina di Fabio Panetta, il candidato italiano, nel comitato esecutivo della Bce in sotituzione del francese Benoît Cœuré, che concluderà il mandato a fine anno. Nulla di personale. Il problema di Panetta è che è un uomo. E la Bce, nonostante la nomina di Christine Lagarde al posto di Mario Draghi, continua a essere un club molto maschile, ancora di più dopo l’uscita anticipata della tedesca Sabine Lautenschläger, l’unica donna del board. Perciò i coordinatori dei gruppi politici nel Comitato economico del Parlamento Ue mercoledì sera ha deciso di non fissare l’udienza sulla nomina di Panetta finché non avrà una short list con almeno la candidatura di una donna, per riempire anche la casella lasciata vuota dalla tedesca. Il parere del Parlamento Ue non è vincolante, ma è obbligatorio. Senza, il Consiglio europeo, che deve consultare anche il consiglio dei governatori della Bce, non può nominare Panetta, che dovrebbe essere designato i dall’Eurogruppo il 9 ottobre. Per il banchiere italiano probabilmente si tratta solo di un rinvio, poiché la Germania dovrebbe proporre una donna. Si fanno i nomi di Claudia Buch (vice presidente Bundesbank) e Elga Bartsch (economista di BlackRock). Così la Bce, grazie all’arrivo di Lagarde, rispetterà le quote di genere nel board, con 2 donne su 6 membri. Per la prima volta nei suoi 21 anni di storia.
  • L’Istat: la pressione fiscale è salita al 40,5%. Ma gli italiani risparmiano di più
Oltre il 40 per cento. Nei primi sei mesi del 2019, la pressione fiscale ha toccato il 40,5% salendo dello 0,3% rispetto al 2018. Così i consumi delle famiglie restano al palo (appena +0,1% la spesa) con la propensione al risparmio che arriva all’8,9% pari a +0,8% rispetto al primo trimestre del 2019. Sale il reddito disponibile lordo – +0,9% – che segna, spiega l’Istat nella sua nota sui dati trimestrali, «dopo il calo della seconda parte dello scorso anno, un progressivo recupero che si è trasferito in crescita del potere d’acquisto». Nonostante ciò, avverte Federconsumatori, «seppur il dato sia positivo, risulta del tutto insufficiente, le famiglie sono ancora in difficoltà, perché la spesa è cresciuta e continua a crescere più velocemente del reddito». Ma l’Istat certifica anche un dato migliore per quanto riguarda il Pil che vede un secondo trimestre 2019 con un +0,1%, una stima rivista al rialzo dall’Istat dopo crescite pari a zero ed è il terzo trimestre positivo: «Rispetto al trimestre precedente – scrive l’Istat -, tutti i principali aggregati della domanda interna registrano aumenti: +0,1% dei consumi finali nazionali; +0,4% degli investimenti fissi lordi; +0,9% le importazioni; + 1,2% le esportazioni». Ma hanno segno meno agricoltura e industria con rispettivamente -1,3% e -0,5%. Il rapporto deficit/Pil è sceso all’1,1%, rispetto all’1,3% del primo trimestre 2019.

  • Modifiche a Quota 100, uscita graduale per evitare lo scalone
Un’uscita soft dalla sperimentazione “Quota 100” non solo per evitare lo scalone di cinque anni che si ritroverebbero alla fine del 2021 i lavoratori con 38 anni di contributi nati dal 1960 in poi (si veda IlSole24Ore di giovedì). Ma, anche, per dare una risposta strutturale a chi ha bisogno di una maggiore (e sostenibile) flessibilità in uscita. Ruota attorno a questo obiettivo l’idea di un decalage che alzi di uno o due anni il requisito di età per i quotisti nel prossimo biennio, una misura che non è stata ancora finalizzata ma che parte dal presupposto che già quest’anno molte domande per “Quota 100” sono state presentate da lavoratori con età compresa tra i 63 e i 65 anni, quindi con “Quota 101” o “Quota 102”.
  • Raccolta giù, pesano le imposte dei clienti
Fineco ha registrato a settembre una raccolta netta pari a 197 milioni, in calo del 40% rispetto allo scorso anno anche a causa del maggior ammontare di imposte pagate dai clienti. La raccolta netta da inizio anno ammonta quindi a 4,3 miliardi (-9%), 2,2 miliardi dei quali in Guided Products (+9%).
  • Fondi pensione Pa, doppia opzione per avere il rimborso
La sentenza con cui la Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della disciplina dei fondi pensione pubblici, nella parte in cui tassa il riscatto volontario della posizione del dipendente in modo più gravoso rispetto a ciò che accade nel settore privato (si veda il Sole 24 Ore di ieri), potrebbe avere conseguenze anche sulle regole di deducibilità dei contributi della previdenza complementare. In base alla normativa dichiarata incostituzionale, vigente fino a fine 2017, le somme percepite a titolo di riscatto di un fondo dovevano essere assoggettate a Irpef ordinaria, mentre nel privato sono assoggettate a imposizione sostitutiva. Le argomentazioni della Corte sembrano adattarsi anche alla deduzione dei contributi. Mentre nel privato la deduzione è collegata solo al valore assoluto del contributo, per la parte che non eccede 5.164,57 euro, fino al 2017, nel pubblico operavano tre limiti alternativi.

  • Polizze? Bisogna usare quelle utili e schivare le costose
Stipulare un mutuo o accendere un finanziamento sono azioni che inevitabilmente si compiono in quanto essenziali per realizzare un bisogno. Comprare una copertura sulla propria vita o assicurarsi una rendita in caso di non autosufficienza non sono atti altrettanto spontanei. Eppure avere coperture assicurative, in un contesto dove purtroppo il welfare pubblico non sarà più in grado di intervenire a sostegno di tutti, diventerà sempre più essenziale. Lo stesso si può dire nella protezione dei propri beni. In particolare della casa: due terzi della ricchezza italiana è investito in immobili, ma solo il 2,4% delle abitazioni è coperto da rischi relativi a catastrofi naturali. Eppure l’Italia è il Paese europeo più esposto a terremoti e alluvioni.
  • Correggere gli errori previdenziali
Ci sono molte ragioni per cui una fetta consistente degli oltre 500 eventi organizzati nell’ambito del mese dell’Educazione Finanziaria sono dedicati alla previdenza. Fondazioni, banche, assicurazioni ma anche scuole, autorità di vigilanza, cooperative sociali, hanno deciso mettere in pista incontri con chi vede come un elemento aleatorio il traguardo della pensione. Passando da retributivo a contributivo, il sistema pensionistico italiano ha conquistato più stabilità, scaricando però le criticità sul tema adeguatezza delle prestazioni e quindi sugli iscritti agli enti previdenziali. Che devono essere in grado di mettere in campo scelte coerenti con gli obiettivi. Ci sono riusciti in questi anni? Dicono di no molti numeri: dai tassi di adesione alla previdenza complementare, meno di un terzo degli aventi diritto, all’allocazione delle scelte.
  • Rc sanitaria, premi in aumento nel 2018
Aumentano i premi raccolti per i rischi da Rc sanitaria in Italia. Secondo un’analisi condotta dall’Ivass, nel 2018 i volumi sono stati pari a 612 milioni di euro, in crescita rispetto al 2017 (+3,7%), anno in cui è entrata in vigore la Legge Gelli-Bianco (n.24/2017) che, purtroppo, non è ancora pienamente operativa, visto che mancano quattro decreti attuativi fondamentali per portare a un reale cambio di passo in questo business che pesa circa il 14% sul ramo Rc generale, in linea con l’anno precedente. Il trend di crescita si deve soprattutto all’aumento della raccolta per i rischi delle strutture private e del personale sanitario. Mentre per le strutture pubbliche, alla lieve flessione dei premi raccolti (265 milioni, –2,9% rispetto al 2017) si accompagna quella del numero di unità di rischio assicurate: 581 (-22,6% rispetto alle 751 dell’anno precedente). Si tratta di un trend di lungo periodo: dal 2010 le strutture pubbliche assicurate sono scese del 59% circa. Il fenomeno secondo alcuni è dovuto anche al carotariffe che prosegue: il premio medio delle strutture pubbliche è aumentato nel 2018 del 25,5% a 456mila euro. Un importo di 24 volte superiore a quanto pagato mediamente da strutture private (19mila euro), chiaramente non paragonabile per complessità.
  • Crescono le strutture che gestiscono in proprio il rischio
Di fronte all’aumento delle tariffe e al peso rilevante del fisco(se ne va in tasse il 22,5% del premio versato), le strutture sanitarie pubbliche preferiscono sempre più non assicurarsi dall’Rc sanitaria. Lo evidenziano nuovamente i dati Ivass: continua a crescere l’utilizzo della cosiddetta auto-ritenzione del rischio da parte delle strutture pubbliche,con accantonamenti a tale scopo pari a 592 milioni nel 2017 (non sono ancora disponibili i dati 2018), oltre il doppio dei premi pagati per l’assicurazione tradizionale.