È FondInps lo strumento destinato ad essere utilizzato dal governo per dare avvio al fondo di previdenza pubblico indirizzato in particolare ai giovani. Sul tema è tornata nei giorni scorsi il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, esponente M5S e madre del reddito di cittadinanza, confermando che il governo ha aperto i cantieri per il nuovo strumento il cui avvio è scritto del resto nel programma giallorosso.
Un’idea che era stata lanciata anche da Pasquale Tridico, presidente dell’Inps, a luglio scorso durante l’ultima relazione annuale dell’istituto. La strada più veloce da percorrere per realizzare il fondo sarebbe proprio quella di ridare forza a FondInps. Un fondo che era stato creato nel 2007, quando ci fu il decollo del settore con la norma del silenzioassenso, dedicato ai lavoratori che non avevano un contratto di riferimento.
Uno strumento che si è però rivelato inefficiente, con un patrimonio di circa 80 milioni e 28 mila iscritti, di cui appena 6 mila attivi. Tanto che la legge di Bilancio 2018 ne ha previsto la soppressione e il passaggio delle posizioni individuali in un fondo più grande. Una decisione, quella di liquidare il fondo, che ha avuto il pronto sostegno del settore e pure della Covip, la commissione di vigilanza, visti i numeri risicati. Anche perché la gestione amministrativa e finanziaria dell’ente è stata affidata all’esterno, come previsto dalla legge, visto che l’Inps non ha le competenze per occuparsene.
Anche l’avvio del nuovo fondo, focalizzato sui giovani, parte quindi in salita con la forte opposizione del settore e i dubbi dell’autorità di vigilanza. Ma il governo, in particolare i Cinque Stelle, continuano a essere convinti della bontà dell’iniziativa e non è un caso che le operazioni di chiusura di FondInps siano state chiaramente rallentate.
Formalmente si attende ancora la pronuncia del Consiglio di Stato che deve dare il suo parere al ministero sul decreto di chiusura del fondo. Intanto, nell’attesa, anche le manovre per il passaggio delle posizioni residuali di FondInps in un altro strumento sono state congelate. La scelta, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, era già ricaduta su Cometa ma a questo punto tutto è stato rimesso in discussione. Del resto anche il parere del Consiglio di Stato non è vincolante.
Anche se i giudici amministrativi fossero favorevoli alla chiusura del fondo al ministero del Lavoro basterebbe disattendere il suo stesso decreto per evitare la scomparsa di FondInps e poterlo di conseguenza utilizzare per dare avvio al nuovo strumento. In quest’ultimo caso, ovviamente, servirebbe una legge per cambiare la finalità del fondo. Ma anche su questo punto gli esponenti di M5S sembrano convinti da tempo della necessità di rilanciare FondInps.
Già nel 2016, con Matteo Renzi a capo governo, un gruppo di senatori M5S, tra cui Vito Crimi e Sergio Puglia, aveva presentato un emendamento al milleproroghe affinché FondInps diventasse un fondo aperto con una governance direttamente gestita dall’Inps. Allora l’emendamento venne cassato ma ora la questione è tornate di calda attualità.
Fonte: