Dure accuse dall’amministratore delegato del gruppo assicurativo tedesco Allianz, Oliver Baete, contro il presidente uscente della Banca Centrale Europea Mario Draghi. Additato, in una intervista pubblicata sul Financial Times, come «non indipendente» dalla politica e a capo di un’istituzione che avrebbe addirittura una linea con effetti di «moliplicatore dei rischi».
Draghi è comunemente ritenuto da gran parte degli osservatori internazionali come l’uomo-chiave nel salvataggio dell’euro dalla crisi dei debiti pubblici degli anni scorsi. Nel mirino del manager tedesco c’è invece proprio la linea espansiva con cui l’istituzione di Francoforte ha gestito in questi anni e sta continuando a gestire la lentezza dell’inflazione a ritornare ai valori-obiettivo, causata dalla generale debolezza dell’economia.
Secondo Baete, «il motivo per cui non si fanno riforme è perché offrono denaro facile alla persone per spendere soldi che non hanno. Mi dispiace. Ma abbiamo creato una banca centrale indipendente per evitare che questo avvenisse, per avere banche centrali che non stampassero moneta. La gente dice che Draghi è indipendente: non lo è».
I fatti tuttavia non fanno che confermare la strategia guidata da Draghi. Proprio ieri i dati definitivi sulle indagini presso le imprese hanno perfino peggiorato il quadro di rallentamento dell’economia dell’Eurozona nel mese di settembre, descrivendo un’area euro ormai in zona-stagnazione.
E il nuovo pacchetto di stimoli varato il mese scorso dalla Bce è stato deciso proprio in risposta al protrarsi della debolezza che frena la normalizzazione dell’inflazione.
trattati europei assegnano alla Bce il compito istituzionale di garantire la stabilità dei prezzi, perseguendo un carovita medio «vicino ma sotto il 2%» laddove attualmente è invece vicino all’1%. Altro capitolo di accuse è sul settore finanziario. «I politici», ha detto ancora Baete, «ci hanno detto che hanno sistemato il problema della spirale dei rischi dei sistemi bancari e assicurativi che si trasformano in rischi sui debiti pubblici. Questa è la più grande falsità che esista».
Va ricordato che la linea di Draghi, dopo gli stimoli varati dalla Bce il 12 settembre scorso, è stata criticata da più parti, a partire dai Paesi del Nord Europa fino alla Francia per bocca del banchiere centrale transalpino François Villeroy.
Germania ovviamente compresa; le dimissioni della tedesca Sabine Lautenschlager da membro del comitato esecutivo della Bce sono state messe in relazione proprio con la sua opposizione alla politica monetaria ultraespansiva intrapresa dal presidente uscente della Bce.
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