In Francia l’obbligo di assicurare l’automobile fu approvato nel 1951, in Italia soltanto vent’anni più tardi, nel 1971. Nel mezzo ci sono state resistenze delle compagnie assicurative e dei costruttori italiani, preoccupate le une di una possibile nazionalizzazione, gli altri che il balzello potesse scoraggiare i clienti dall’acquisto. «Mio padre è stato uno dei più contrari all’assicurazione obbligatoria per i veicoli», ha spiegato Giorgio Sacerdoti, professore di diritto internazionale all’università Bocconi e figlio di Piero Sacerdoti, uno dei maggiori esponenti del mondo assicurativo italiano. «Mio padre non era contrario in sé allo strumento», ha aggiunto, «ma temeva che l’Rc auto potesse essere il preludio alla nazionalizzazione del settore sulla falsariga di quanto avvenuto in quello energetico». Così non fu, ma a prezzo di un ritardo rispetto agli altri Paesi e di un sistema di tariffe amministrate molto penalizzante per le compagnie private. In Italia la Rc auto obbligatoria arrivò infine solo grazie alla Germania. I turisti tedeschi, stanchi dei mancati risarcimenti per gli incidenti subiti nella Penisola, minacciarono di rinunciare alle vacanze italiane. Lo spettro del mancato introito per l’industria del turismo spinse il legislatore a intervenire e in sei mesi l’obbligo di assicurare l’automobile entrò in vigore anche in Italia. Questi sono alcuni episodi della ricca storia delle assicurazioni in Italia ripercorsa nel convegno Documenti, storia e testimoni dell’assicurazione in Italia tenutosi sabato 19 ottobre nel corso della prima edizione di Milano Festival delle Assicurazioni, organizzato da Class Editori e da Assinews. Una storia spesso misconosciuta e poco esplorata, ma utile a interpretare l’evoluzione dell’economia italiana e mondiale, ma non solo. Lo dimostra l’origine della polizza vita, come spiegato da Francesco Mansutti, presidente di Mansutti Broker e creatore della Fondazione Mansutti a cui ha donato il patrimonio storico di famiglia: una ricca biblioteca contenente il primo trattato sulla storia delle assicurazioni pubblicato nel 1500 a Venezia e scritto da un portoghese e circa 400 manifesti pubblicitari di assicurazioni dalla seconda metà dell’800. «L’assicurazione-vita», ha raccontato Mansutti, «parte dal 400/500, ma all’inizio si assicuravano solo gli schiavi perché considerati merce. I primi prodotti di assicurazione sulla vita veri e propri sono nati solo dopo la comparsa dei primi studi sulla mortalità che hanno consentito di calcolare il rischio morte». «Il tema è poco trattato dagli storici italiani, un po’ per la sua complessità, un po’ perché spesso gli assicuratori non danno accesso ai loro archivi», ha osservato Giorgio Cingolani, autore del saggio Le assicurazioni private in Italia. «È un peccato», conclude «perché, per esempio, la storia delle assicurazioni in Italia ci aiuta a ripercorrere anche la formazione del welfare nel nostro Paese». (riproduzione riservata)
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