di Andrea Pira
Alla fine l’adesione sotto le attese a Quota 100 garantirà al governo una riserva da sfruttare in caso di necessità. Il governo non ha intenzione di toccare l’uscita anticipata dal mondo del lavoro. Anzi, nella lettera di chiarimenti inviata alla Commissione europea il Tesoro spiega che introdurrà, come per quest’anno, un meccanismo di «congelamento temporaneo» della spesa. La differenza tra le stime originarie e il dato effettivo di adesione sarà bloccato fino all’assestamento di bilancio. Nel 2019 tale misura ha garantito circa 1,5 miliardi. Quanto al 2020, lo scorso 14 ottobre, il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, stimava risparmi per 2 miliardi. Gli accantonamenti congelati fino al prossimo luglio potrebbero invece aggirarsi nell’ordine di grandezza di alcune centinaia di milioni di euro, quasi mezzo miliardo. Il documento firmato dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, e indirizzato al vicepresidente Ue, Valdis Dombrovskis, e al commissario per gli Affari economici, Pierre Moscovici, mette inoltre un punto fermo sulla questione, sollevata dall’aera renziana della maggioranza che vorrebbe lo stop alla sperimentazione prima della scadenza nel 2021, se non già dal prossimo anno. «Anche se questa politica comporta dei costi, non altera i pilastri chiave del nostro sistema pensionistico, come un’alta età pensionabile obbligatoria e una graduale transizione al sistema
contributivo», spiega infatti il Mef. Considerazioni all’opposto di quanto raccomandato da Bruxelles, ossia l’attuazione delle precedenti riforme della previdenza. Con la conferma di Quota 100 arrivano anche una serie di rassicurazioni sui conti pubblici. La cornice sulla quale si sta costruendo la manovra è improntata alla prudenza. Nessuna fuga in avanti e nessun rischio di deviare dai parametri comunitari. L’aumento dello 0,1% del deficit strutturale quando, al contrario, sarebbe dovuto calare dello 0,6% è giustificato con le difficoltà della congiuntura internazionale, che ha peggiorato l’out put
gap. A ciò si aggiungono i due decimali di flessibilità per far fronte al dissesto idrogeologico e a eventi eccezionali, che ripartano i conti sul giusto binario. Rispetto ai timori circa coperture ballerine, allegato alla lettera la Commissione ha trovato nel dettaglio le entrate attese dalle
misure di contrasto all’evasione che dovrebbero fruttare 3 miliardi. La versione definitiva del decreto fiscale non è ancora pronta, anche se il testo è atteso in Gazzetta Ufficiale oggi. Nell’ultima bozza in circolazione resta in bilico l’inasprimento delle condanne per i reati fiscali
con il carcere fino a otto anni e sanzioni non solo per i manager ma anche per enti-società, per i quali diventa possibile e più facile il sequestro e la confisca anche di quote societarie. Lo scontro è però sulla legittimità di inserire norme che riguardano reati in un provvedimento come il decreto Fisco. Inoltre anche la scelta di far entrare in vigore tali modifiche soltanto dopo l’iter di conversione e non subito, è in contraddizione con le necessità di urgenza del decreto. (riproduzione riservata)
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