A causa del fermo del 737 Max e degli indennizzi alle aviolinee
di Simonetta Scarane
Boeing sta pagando il prezzo della corsa alla redditività. È salito all’incirca a 10 miliardi di dollari il conto del 737 Max, che da otto mesi è immobilizzato a terra per il divieto di volare impostogli in seguito alle due catastrofi che ha provocato a ottobre 2018 in Indonesia e a marzo 2019 in Etiopia causando, in totale, 346 morti. La cifra è il risultato dei costi del blocco dei 737 Max in atto da metà marzo, ma anche degli indennizzi che il costruttore di Seattle (Usa) dovrà versare alla catena dei fornitori e, soprattutto, alle compagnie aeree. Queste ultime, private dei propri apparecchi a causa del blocco, o delle mancate consegne, sono state costrette ad annullare migliaia di voli, ridurre le frequenze su determinate rotte o anche chiudere certe destinazioni. Un mancato guadagno che faranno pagare a Boeing. Inoltre, il costruttore Usa dovrà pagare i danni, con gli interessi, ai parenti delle vittime delle due catastrofi. Non basta. Il gruppo potrebbe essere condannato dalle autorità americane a pagare anche multe salate.
La crisi di Boeing potrebbe prendere un’altra brutta piega con l’audizione, oggi, di Muilenburg (retrocesso da amministratore delegato a direttore generale) al Congresso americano sui messaggi scambiati fra due piloti collaudatori del 737 Max dai quali emergono possibili disfunzioni del sistema di pilota automatico, causa delle due catastrofi aeree. L’agenzia federale americana dell’aviazione (Faa) ha ingiunto al costruttore di spiegare. Anche su questo fronte il costruttore Usa rischia nuove sanzioni e certi analisti stimano che il montante complessivo della fattura potrebbe salire a 18 miliardi di dollari, secondo quanto ha riportato Le Monde.
Boeing è ottimista. È convinta che il ritorno in servizio del 737 Max sarà approvato dalle autorità di regolamentazione a partire dal quarto quadrimestre 2019, perchè il gruppo ha sviluppato degli aggiornamenti dei software sotto accusa nelle due catastrofi aeree. Con questa convinzione, Boeing prevede già l’aumento progressivo del ritmo produttivo del 737 Max da 42 a 57 unità al mese entro la fine dell’anno 2020. Il portafoglio ordini conta 5.500 aeromobili (dei quali più di 5mila 737 Max) per circa 470 miliardi di dollari.
Intanto, i conti del colosso americano sono risultati in caduta libera nel terzo trimestre 2019. Il fatturato è sceso del 20,5%, a 19,98 miliardi di dollari (all’incirca 18 miliardi di euro), dopo il crollo del 67% delle consegne degli aeromobili. L’utile è risultato dimezzato nel terzo trimestre, a 1,17 miliardi di dollari, secondo quanto ha riportato Le Monde. Nel 2018 il fatturato era stato di 100 miliardi di dollari e l’utile era di 10 mld di dollari. Tuttavia, l’andamento negativo del gruppo non gli impedisce di remunerare i propri azionisti che fino a qui hanno ricevuto dividendi per 1,2 miliardi di dollari nel corso di questo periodo. Nello stesso tempo, ha dotato di 100 milioni di dollari il fondo destinato alle organizzazioni che si occupano di aiutare i famigliari delle vittime.
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