Ogni 4,7 minuti, in media, un guidatore viene multato in Italia perché non indossa le cinture di sicurezza. Dispositivi che, in 60 anni dall’entrata in vigore dell’obbligo di indossarle, si stima abbiano salvato la vita del 27 per cento delle persone coinvolte in incidenti gravi.
Secondo i dati elaborati per il Corriere della Sera da polizia stradale e carabinieri, nei primi nove mesi del 2019 i multati per questa infrazione sono stati 82.840 (+10,1% rispetto allo stesso periodo del 2018). In termini assoluti è la seconda infrazione più comminata, dietro solo all’eccesso di velocità (525.497, +32,3%) che, a onor del vero, è più semplice da «pizzicare» grazie ai misuratori elettronici.
I centauri che circolano senza casco – riporta il quotidiano in un articolo – sono cresciuti del 30 per cento: uno ogni tre ore.
I controlli di polizia e carabinieri hanno portato all’emissione di 1,51 milioni di verbali (+0,8%), la perdita di 2,35 milioni di punti dalla patente (+32,2%), 45.962 carte di circolazione ritirate (+17,1%) e 32.770 patenti (-1,7%) sospese. Senza considerare che 492 persone sono state arrestate e 6.874 denunciate. Una leggera diminuzione, invece, si è avuta per le multe per guida in stato di ebbrezza (-2,5%) e sotto l’influenza di stupefacenti (-0,4%).
La severità nei controlli è uno degli elementi che ha portato al calo degli incidenti stradali nei primi nove mesi del 2019. In particolare, i sinistri sono stati 54.600 (-2,3%), i feriti 36.549 (-1,1%), 1.245 (-2,3%) le vittime. Fra queste, 194 avevano meno di 30 anni. Una vera piaga sociale perché, per l’Organizzazione mondiale della Sanità, fra i 5 e i 29 anni gli incidenti sono la prima causa di morte: più dei tumori, dell’alcol o della droga.