L’obbligo di mantenere e conservare illimitatamente nel tempo la cartella clinica grava – una volta che questa sia stata consegnata all’archivio centrale dell’ospedale o della clinica – unicamente su questa, costituendo tale documento a tutti gli effetti un atto ufficiale. Sono infatti duplici gli obblighi che ruotano intorno alla tenuta della cartella clinica: da un lato quello della sua compilazione, che grava certamente anche sui medici; altro è l’obbligo di conservazione della cartella clinica stessa che riguarda la struttura sanitaria e non può ridondare a carico del medico in termini assoluti.
- In 5 mesi 22 morti, la strage infinita nei boschi
La caccia non è pericolosa soltanto per gli animali e ogni anno si contano persone uccise o ferite dalle doppiette. Il giovane di Ventimiglia che ha perso la vita ieri è la seconda vittima umana nel corso della stagione venatoria appena iniziata ma tra il settembre 2017 e il gennaio 2018 sono morte a causa di fucilate e spari di vario tipo 22 persone. Due di queste erano come Nathan, non avevano niente a che fare con la caccia, si trovavano semplicemente nel posto sbagliato al momento sbagliato. Gli altri invece erano cacciatori. I numeri degli incidenti vengono raccolti da una piccola associazione che si chiama ” Vittime della caccia” e ogni anno pubblica un dossier basato sulle rassegne stampa online.
L’uscita anticipata di Vincent Bolloré dal patto costringe tutti gli attiri, dall’ad dell’Istituto Alberto Nagel al ceo di Unicredit Pierre Mustier a trovare nuovi assetti. Il punto è come garantire il ruolo del Leone di Trieste.
L’inarrestabile dei ransomware, la perenne innovazione del cyber-crime, l’assedio spietato alla finanza e i danni milionari alle aziende. Ormai anche il più ottimista degli ottimisti fatica a trovare un qualche segnale di miglioramento nello scenario globale della sicurezza informatica di governi, imprese e consumatori. E chi pensava di aver visto abbastanza nel 2017, mandato in archivio dagli esperti come l’anno del “salto quantico” del crimine digitale, potrebbe ricredersi con i conti di fine 2018. Un’escalation sempre più cara soprattutto per il mondo dell’innovazione, non solo economicamente.
Nella Bay Area, a pochi chilometri da San Francisco, sono già una realtà i furgoncini arancioni a guida autonoma che consegnano la spesa a domicilio. Si ordina ciò che serve online, un veicolo parte e porta tutto sotto casa. Inviando un messaggio che avverte dell’arrivo della merce. Basterà scendere in strada e aprire, grazie all’app, una delle 18 cassette cubiche che fiancheggiano la metà posteriore del mezzo. Grazie al dialogo tra telefonino e auto, e dunque alla potenza dell’internet delle cose, il cliente è servito.
Guardando i numeri, negli ultimi tre mesi dell’anno gli italiani si ammalano meno. Se invece guardi le liste d’attesa, nello stesso periodo si allungano. In tutta Italia le prestazioni specialistiche calano: in Lombardia meno 7%; in Piemonte meno 8%; in Toscana meno 9,5%; in Emilia Romagna meno 6%; in Liguria meno 9%. Le percentuali record si registrano in Molise, meno 13%, nelle Marche, meno 20%, e in Campania, meno 51% (!). Sembra un paradosso, ma in realtà c’è un motivo, e non è confortante. Il dato nazionale parla chiaro: si passa dai 189,6 milioni di prestazioni ambulatoriali del primo trimestre, ai 170,5 milioni di ottobre, novembre e dicembre; quasi 20 milioni in meno.
- Diminuiscono gli appassionati non il numero delle vittime: in un anno 22 morti e 77 feriti
I circa dieci anni il numero dei cacciatori è diminuito, passando da quasi un milione a 570 mila, oggi. Ma la cifra che non torna è che un altro numero, quello degli incidenti, non solo non è diminuito in proporzione, ma è rimasto immutato. Un’occhiata alle cifre del dossier dell’Associazione vittime della caccia: nella stagione venatoria 2007/2008 ci sono stati ventisette morti causati tutti e soltanto da incidenti legati alla caccia, e dieci anni dopo, nel 2017/2018 ce ne sono stati appena cinque in meno, ventidue.
Stiamo parlando, precisiamo di nuovo, di vittime in ambito strettamente venatorio. Poi ci sono i feriti: settantaquattro furono quelli di dieci anni fa, sessantasette se ne contarono invece dieci anni dopo, nell’ultima stagione che si è chiusa a gennaio.
Vincent Bolloré arrivò in Italia nel 1999, quando cominciò a comprare le azioni della banca d’affari francese Lazard in Mediobanca. Antoine Bernheim era stato estromesso dal vertice di Generali, di cui Mediobanca era il maggior azionista, e aveva chiamato l’amico Bolloré per farsi aiutare a tornare in sella. L’operazione Bemheim-Bolloré riuscì: il primo riconquistò la presidenza di Generali nel 2002, e il secondo entrò nel consiglio di amministrazione di Mediobanca, punto di partenza delle sue manovre nel capitalismo italiano.
Con l’uscita a sorpresa dell’accordo per la partecipazione al capitale» comunicata da Vincent Bolloré nei giorni scorsi per Mediobanca tramonta l’epoca dei patti di sindacato. Non solo perché la percentuale rimasta vincolata (il 19,396) è inferiore alla soglia minima prevista e l’intesa decade, ma anche perché nel caso gli azionisti decidessero per un rinnovo, si tratterebbe di un accordo leggero, non più di blocco e l’ultimo per l’istituto. E logico dunque che il mercato si interroghi sui possibili scenari per la banca indirizzata verso il modello di public company e per la sua principale partecipazione, il 13% di Generali, destinata a scendere al 10% entro il prossimo giugno.
- Gli attacchi hacker agli avvocati ora puntano anche ai piccoli