Crescono le piattaforme per cure e benessere, ma gli investimenti non decollano (1,3 mld)
I servizi vanno dalle prenotazioni al controllo dei referti
Pagina a cura di Irene Greguoli Venni
L’evoluzione digitale sta trasformando il mondo della sanità, anche perché le persone sono sempre più connesse e cercano modalità nuove per relazionarsi con tutto quello che riguarda la loro salute e il loro benessere, usando app per esempio per raccogliere informazioni sulle strutture sanitarie, prenotare servizi e controllare gli esami, per mantenere uno stile di vita sano, monitorare l’alimentazione e l’attività fisica, tenere traccia delle cure e dei dati medici.
La salute digitale in Italia. L’eHealth, cioè l’utilizzo di strumenti basati sulle tecnologie dell’informazione per migliorare la prevenzione, la diagnosi, il trattamento delle malattie, intervenendo quindi sulla ricerca, l’educazione e la qualità della vita dei cittadini, potrebbe essere una chiave di sviluppo per il mondo della salute in Italia (a fronte di una spesa pubblica legata al settore in aumento e che nel 2017 ha raggiunto quasi 153 milioni di euro, con un impatto sul pil pari al 9%), anche se oggi nella Penisola gli investimenti per la digitalizzazione della salute sono ancora limitati, visto si parla di 1,3 miliardi di euro l’anno scorso.
Secondo i dati presentati di recente in occasione della prima edizione di Focus Digital Health, evento promosso da Netcomm (il Consorzio del commercio digitale italiano) e AboutPharma (magazine che si occupa di sanità), in Italia, dove la penetrazione di internet ha raggiunto il 73% con un totale di 43 milioni di utenti attivi, le persone adottano comportamenti digitali anche nell’ambito della salute: nel 2017 il 32% ha utilizzato strumenti digitali per raccogliere informazioni sulle strutture sanitarie, il 22% per prenotare servizi come il check-up, mentre il 18% lo ha fatto per controllare referti medici o ricevere promemoria sulle visite; solo l’11% dei cittadini ha invece pagato online servizi sanitari.
Il ruolo delle app sta crescendo su questo fronte. Da una recente ricerca è emerso che l’81% degli intervistati ha dichiarato di fare uso di app relative alla salute: il 18% le usa per monitorare i propri stili nutrizionali, il 14% per le funzioni corporee e per i promemoria dei farmaci. Queste piattaforme infatti rispondono al bisogno di benessere in senso ampio: le app vengono utilizzate prima di tutto per mantenere uno stile di vita sano (55% degli intervistati), seguito dal 50% di coloro che sostengono di volere un maggior controllo sulle proprie cure, mentre il 20% le sfrutta per archiviare dati medici e informazioni personali.
Inoltre, nuovi scenari si stanno aprendo, come la vendita sul web di medicinali senza obbligo di prescrizione: oggi le farmacie online autorizzate dal ministero sono circa 700 e stanno registrando interessanti riscontri da parte dei loro clienti. Ad accrescere il valore generato dall’eHealth concorrono anche le start-up, che stanno innovando il settore in diversi ambiti come l’analisi dei big data per finalità di ricerca, lo sviluppo di nuove modalità di servizi sanitari oppure la creazione di inedite forme di dialogo con i pazienti.
App e piattaforme innovative. Sono diverse le soluzioni innovative che cominciano ad apparire in questo campo.
Per esempio si sta muovendo in questa direzione il mondo assicurativo: di recente Generali Welion, la società di welfare integrato di Generali Italia, ha siglato una partnership con la start-up Amicomed (una piattaforma digitale che utilizza algoritmi proprietari per aiutare le persone a gestire la propria pressione arteriosa), che consentirà di offrire ai propri clienti un servizio online personalizzato in grado di interpretare le variazioni della pressione arteriosa e contrastare l’ipertensione, affiancando il ruolo del medico e la terapia farmacologica. Il programma di cura combina l’interpretazione dei valori della pressione arteriosa a suggerimenti ad hoc su come modificare gli stili di vita. Attraverso un algoritmo interpretativo Amicomed è in grado infatti di analizzare le variazioni della pressione arteriosa per ottenere un’ottimizzazione dei risultati clinici: i pazienti ricevono così un piano che include una dieta giornaliera, consigli per l’attività fisica e la programmazione della misurazione della pressione attraverso il proprio smartphone.
Un’altra iniziativa è Pisa (Preterm Infants Survival Assessment), un applicativo per stimare la sopravvivenza dei neonati prematuri, ora a disposizione gratuitamente di tutta la comunità scientifica e medica internazionale e in prospettiva utilizzabile più diffusamente in ambito clinico. Lo studio che ha portato alla realizzazione di Pisa è stato pubblicato su Scientific Reports, rivista del gruppo Nature, ed è stato condotto dai ricercatori del dipartimento di informatica dell’Università di Pisa coordinati dal professor Alessio Micheli e dal dottor Davide Bacciu e dall’equipe di neonatologi diretta dal dottor Luigi Gagliardi dell’Ospedale Versilia (Ausl Toscana Nord Ovest). La piattaforma (grazie alla tecnologia del Machine Learning, l’apprendimento automatico) consente di inserire i dati richiesti, come per esempio peso alla nascita, sesso o modalità di parto, e di ottenere il responso.
Anche un colosso dell’informatica come Microsoft sta avviando progetti legati alla salute. Ne è un esempio la collaborazione con Made by Dyslexia, organizzazione benefica che si propone di sensibilizzare il grande pubblico nei confronti del fenomeno della dislessia. Grazie a questo accordo, Microsoft supporterà con la sua tecnologia 700 milioni di persone dislessiche a livello globale, e in particolare 14 milioni di studenti. L’azienda infatti svilupperà aggiornamenti ad hoc per tutti i suoi prodotti destinati a studenti e docenti, per facilitarli nell’apprendimento, nella lettura e nella scrittura: per esempio la funzionalità di dettatura vocale sarà integrata nelle versioni online di Word e OneNote accessibili da qualsiasi browser. Inoltre, l’impresa collaborerà con Made by Dyslexia per la realizzazione di training per insegnanti e genitori.
Anche Philips ha realizzato diverse app nel mondo della salute e del benessere: una di queste è DreamMapper, che aiuta il paziente ad avere un ruolo attivo nella terapia del sonno e a essere motivato a svolgerla correttamente; la piattaforma è pensata in particolare per i soggetti che soffrono di apnee notturne e che seguono un trattamento Cpap, una cura che consiste nell’erogare durante il sonno una pressione positiva continua nelle prime vie respiratorie, mantenendole così aperte. DreamMapper tiene traccia di come il paziente ha dormito e dei suoi progressi, aiutandolo a migliorare attraverso suggerimenti mirati; inoltre, l’app fornisce un feedback sui parametri relativi alla terapia e al sonno, come il corretto posizionamento della maschera per il trattamento ed è possibile impostare obiettivi personalizzati per rimanere motivati e promemoria per la pulizia o la sostituzione dell’attrezzatura.
Oppure c’è Philips Sonicare App, che permette di monitorare, grazie a sensori che interagiscono con il manico dello spazzolino elettrico connesso Philips Sonicare DiamondClean Smart, ogni sessione di pulizia e di spazzolamento per dare feedback in tempo reale. I dati vengono quindi memorizzati dall’applicazione per poter essere condivisi, all’occorrenza, con il professionista dentale di fiducia, che può anche segnalare sulla mappa 3D della bocca, visualizzata grazie all’app, eventuali punti su cui ritiene opportuno soffermarsi.
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