La nuova direttiva europea sui pagamenti (PSD2) è ormai prossima a entrare in vigore (13 gennaio 2018), ma secondo lo studio “Waiting until the eleventh hour” realizzato da PwC, sono ancora molto poche le banche pronte ad affrontare il cambiamento: infatti, nel giugno 2017, il 38% degli istituti di credito risultava ancora in fase preliminare di identificazione dei possibili impatti legati al raggiungimento della compliance, mentre solo il 9% aveva già avviato la fase di implementazione dei requisiti della PSD2. . Eppure, secondo i due terzi degli intervistati, la PSD2 impatterà tutte le funzioni della banca, con importanti interconnessioni con altri regolamenti.
L’introduzione della PSD2 determinerà un nuovo contesto, in cui potranno giocare alla pari i nuovi entranti e gli operatori più tradizionali, grazie a nuove opportunità di competizione e di innovazione dei servizi di pagamento.
Sulla base della nuova Direttiva, le banche europee dovranno rendere disponibili a terze parti i dati relativi ai conti di pagamento dei clienti assicurando comunque un adeguato livello di sicurezza.
La PSD2 rappresenta così un ulteriore progresso verso il “modello di “open banking” in cui le Fintech avranno la possibilità di innovare fortemente il mondo dei pagamenti.
Nel gennaio 2018 il modello odierno di accesso alle informazioni dei conti di pagamento dei clienti ad esclusiva delle banche giungerà così al termine. Quasi tutte le banche coinvolte dallo studio (94%) sono attualmente al lavoro sulla PSD2 e 2/3 del campione intende far leva sulla nuova normativa per modificare il proprio posizionamento competitivo.
Marco Folcia, partner e PSD2 european leader di PwC, ha spiegato che “La normativa PSD2 prevede una complessa implementazione che coinvolgerà molteplici stakeholder. Pertanto molte banche nel 2018 si concentreranno innanzitutto sul profilo della compliance rispetto ai nuovi requisiti. Tuttavia la sola compliance, sebbene sfidante, non sarà l’unica preoccupazione. Le banche hanno infatti bisogno di definire una risposta strategica per scongiurare il rischio di essere disintermediate da nuove soluzioni di terze parti, più orientate alle esigenze del cliente. Dovranno quindi analizzare il contesto emergente dei servizi di pagamento ed identificare nuove opportunità di ricavo, e la maggior parte degli intermediari finanziari ancora non si è attivata in tale direzione”.
Nel suo studio PwC ha inoltre interpellato le banche circa la preferenza rispetto a quattro modelli di business emergenti. Il 50% de rispondenti aspira a posizionare la banca come piattaforma di aggregazione, sviluppando pertanto una piattaforma aperta in modo da consentire ai partner di integrare i propri prodotti e servizi con l’offerta della banca.