di Carla De Lellis
L’Ape sociale allarga i confini. L’anno prossimo potrà essere richiesta anche da chi sia rimasto disoccupato per scadenza di un contratto a termine. Le donne, inoltre, potranno farvi ricorso con requisiti contributivi scontati di sei mesi per ogni figlio fino a un massimo di due anni (in presenza di quattro figli). A prevederlo è la bozza di ddl Bilancio 2018 che, inoltre, proroga di un anno, fino al 31 dicembre 2019, la sperimentazione dell’Ape volontaria.
Ape sociale e rapporti a termine. In vigore dal 1° maggio, l’Ape sociale si rivolge ai lavoratori, pubblici e privati, che soddisfano contemporaneamente tutti i seguenti requisiti: almeno 63 anni di età; maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia entro tre anni e sette mesi; versare in una «particolare situazione»; possesso di requisito contributivo correlato alle particolari situazioni. Queste ultime sono:
a) disoccupazione per licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale nell’ambito della procedura di licenziamento economico con fruizione integrale, terminata da tre mesi, dell’indennità di disoccupazione (Naspi) e possesso di 30 anni di contributi;
b) prestare assistenza, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, a coniuge o parente di primo grado convivente con handicap grave e possesso di 30 anni almeno di contributi;
c) riduzione capacità lavorativa non inferiore al 74% e possesso di 30 anni di contributi;
d) essere lavoratore dipendente che svolge una o più professioni gravose da almeno sei anni in via continuativa e possesso di 36 anni di contributi.
Il ddl Bilancio del 2018 modifica l’ipotesi a), aggiungendovi il caso di lavoratore disoccupato «per scadenza del termine del rapporto di lavoro a tempo determinato a condizione che abbia avuto, nei 36 mesi precedenti la cessazione del rapporto, periodi di lavoro dipendente per almeno 18 mesi». Per questo nuovo caso, dunque, due sono le condizioni: scadenza di un rapporto di lavoro a termine e possesso di almeno 18 mesi di contributi in qualità di lavoro dipendente nei 36 mesi precedenti la cessazione del rapporto a termine. Restano confermati gli altri requisiti (età di almeno 36 anni, contributi non inferiore a 30 anni, ecc.). Secondo la relazione tecnica la modifica sarà un’opportunità per circa 2.400 lavoratori.
Ape sociale e «donne». Altra novità dell’Ape sociale riguarda le lavoratrici mamme. Queste in realtà già oggi possono richiedere l’anticipo pensionistico a carico dello stato, in tutte le situazioni e alle condizioni prima viste. La novità è questa: la riduzione del requisito contributivo di 6 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di due anni. Il requisito che è possibile ridurre è quello di 30 anni (che può scendere fino a 28 anni) nelle «particolari situazioni» da a) a c) e di 36 anni (che può scendere fino a 34 anni) nella «particolare situazione» d). Secondo la relazione tecnica la modifica sarà un’opportunità per circa 3.600 lavoratori.
Ape volontaria fino al 2019. Un anno in più per il prestito a garanzia pensionistica (Ape volontaria). La facoltà di chiedere un anticipo da restituire, una volta a riposo, in 12 rate mensili per 20 anni con trattenute sulla pensione, sarà operativa anche per l’anno 2019. La facoltà è rivolta a chi ha 63 anni d’età, 20 anni di contributi ed entro 3 anni e 7 mesi matura la pensione di vecchiaia.
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