di Valerio Stroppa
Anche le polizze vita di Ramo I assoggettate all’imposta di bollo del 2 per mille. Al fine di assicurare all’erario maggiori entrate, la bozza di manovra di bilancio prevede l’estensione ai contratti assicurativi rivalutabili la «mini-patrimoniale» introdotta dal governo Monti nel 2011. Si tratta delle polizze più tradizionali tra quelle previste dal Codice delle assicurazioni (dlgs n. 259/2005), che prevedono solitamente la garanzia del capitale versato, al netto dei costi di caricamento, e il consolidamento dei rendimenti finanziari generati dalle gestioni separate collegate al contratto, al netto della commissione di gestione trattenuta dalla compagnia. Una tipologia di investimento che da sempre raccoglie un’importante fetta di risparmio degli italiani, dal momento che gli attivi detenuti dalle gestioni separate (dove confluiscono anche i premi delle polizze Ramo V) sfiorano i 500 miliardi di euro. Se l’introduzione del bollo fosse confermata, il prelievo dello 0,2% scatterebbe a partire dal 1° gennaio 2018. Dal punto di vista pratico, l’imposta sarà calcolata e «prenotata» ogni anno dalla compagnia e trattenuta effettivamente solo al momento del riscatto da parte dell’assicurato (caso vita) o della liquidazione ai beneficiari (caso morte). A tale scopo, per consentire l’addebito teorico in corso di contratto, i rendiconti relativi a polizze rivalutabili saranno considerati emessi «almeno una volta nel corso dell’anno, anche quando non sussiste un obbligo di invio o di redazione», stabilisce il ddl. Si ricorda che le polizze di Ramo III, vale a dire unit-linked e index-linked, oltre a quelle di Ramo v, sono già soggette al bollo proporzionale del 2 per mille.
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