Il settore delle costruzioni rappresenta una parte importante del sistema economico italiano. Nel 2015 (ultimo dato disponibile per l’archivio ASIA) l’Istat ha rilevato 511.405 imprese attive con 1.324.428 addetti medi annui regolari (di cui circa 74mila addetti nati in altri Paesi UE e poco più di 128mila addetti nati in Paesi extra-UE), dei quali quasi
il 59% dipendenti di tali imprese.
Emerge dunque un comparto di notevole rilevanza, che produce ancora il 4,8% del valore aggiunto totale (era il 6% nel 2007), nonostante il difficilissimo decennio 2007-2016, che ha visto diminuire notevolmente produzione e occupazione a seguito della grande crisi scoppiata nel 2008.
Cause principali di questa contrazione sono state da un lato la forte riduzione di spesa pubblica per opere infrastrutturali, dall’altro l’aumento del carico fiscale sulle abitazioni private, che ha provocato un deciso calo dei prezzi e del numero di compravendite,
disincentivando ulteriori progetti di sviluppo edilizio.
L’indice di produzione del settore infatti, nel periodo 2010-2016 è diminuito di quasi un terzo (-32,7%), mentre il numero di unità standard di lavoro (ULA) dal 2007 al 2016 è diminuito di quasi un quarto (-24,0%).
È noto che in realtà una parte di questi lavoratori espulsi dal settore hanno continuato a operare ma in modo non regolare. Secondo stime Istat, il tasso di irregolarità per le ULA in questo comparto nel periodo 2007-2014 è aumentato di quattro punti percentuali
(dall’11,9% al 15,9%).
Fonte: INAIL