di Edoardo Narduzzi
Il bitcoin ha rotto il muro dei 6 mila dollari. Sembrava un target impossibile solo nove o dieci mesi fa e invece la criptovaluta ha macinato un record dopo l’altro. Purtroppo tutti si concentrano sulla parte finanziaria del fenomeno bitcoin, quella che lo analizza e valuta come uno strumento di investimento. Componente importante del bitcoin e delle altre 1.200 cryptovalute, ma non la più importante se si vuole provare a capire cosa stia effettivamente succedendo.
La blockchain, l’infrastruttura di supporto del bitcoin, sta facendo emergere un ecosistema tecnologico definibile come post-web. Un ambiente fatto di transazioni decentrate peer-to-peer in cui la trasparenza e la certezza dei dati è massima. Si pensi, per esempio, all’ipotesi che i contratti, anche quelli di finanziamento cosiddetti baciati, che disponevano l’erogazione di prestiti a fronte di acquisti di azioni, di Veneto Banca o della Banca Popolare di Vicenza fossero stati gestiti da una blockchain non aperta della Banca d’Italia. La possibilità di creare lo schema Ponzi che le due banche venete fallite hanno gestito per anni sarebbe stata pari a zero. Bankitalia avrebbe potuto facilmente controllare la tipologia di contratti che le due banche venete stavano perfezionando e capire subito che le regole del credito erano state violate. Non ci sarebbe stato alcun fallimento delle due banche venete, più semplicemente i vertici sarebbero stati sostituiti e oggetto di azione di responsabilità già nel 2010 o 2011.
Questo è l’innovativo contesto che la blockchain dischiude alle relazioni basate sui dati. Un notevole passo in avanti in un mondo che si predispone a gravitare attorno al big data. Ecco spiegato perché la portata rivoluzionaria della blockchain va ben oltre la dimensione finanziaria. Così come 25 o 30 anni fa non sarebbe stato facile prevedere le Amazon e le Google alle quali il binomio web+browser avrebbe spianato la strada, oggi non è agevole immaginare l’emergente contesto di servizi e applicazioni tecnologiche che caratterizzeranno le transazioni standardizzate dalla blockchain. Si tratta di un «nuovo web» che sta prendendo il largo e dove l’Italia sta facendo da spettatore. (riproduzione riservata)
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