Le piccole e medie imprese sono tra i principali obiettivi degli hacker, secondo una ricerca realizzata da Chubb, in collaborazione con la società di insurtech, CoverHound, e Symantec, leader globale in sicurezza informatica. “Se da un lato le PMI sono consapevoli della possibilità di finire nel mirino dei criminali informatici, dall’altro lato si ritengono spesso troppo piccole per attirare le attenzioni degli hacker”, ha detto Anita Sathe, chief strategy officer di CoverHound, che ha aggiunto: “La vulnerabilità delle PMI e il loro grado di impreparazione, li rendono invece obiettivi perfetti per i criminali informatici”.
“Gli hacker riescono a individuare agevolmente le PMI che hanno strumenti di sicurezza scarsi o del tutto inefficaci. Per questo motivo le piccole imprese sono realtà altamente esposte al rischio di una violazione dei dati, che è sempre un grande problema per le aziende che la subiscono. La perdita dei dati sensibili è un’eventualità dalle conseguenze talmente devastanti dal punto di vista economico e reputazionale, da non poter essere ignorata”, ha spiegato Patrick Thielen, vice presidente senior della divisione “financial lines” di Chubb. Alle piccole e medie imprese bastano poche azioni per avviare una efficace politica di protezione dei dati:
- Sviluppare e rinforzare un codice di condotta aziendale in tema di gestione delle password
- Formare i dipendenti a prestare massima attenzione alle procedure di cybersecurity
- Aggiornare regolarmente i device e monitorare le reti informatiche
- Creare un piano di cyber-sicurezza per la gestione delle emergenze
- Dotarsi di una adeguata protezione assicurativa
Secondo l’edizione 2016 del report Internet Security Threat di Symantec, le piccole imprese rappresentano oggi il 43% di tutti gli attacchi di phishing, in decisa crescita rispetto al 18% del 2011.