Zurich Insurance Group, in collaborazione con la Smith School of Enterprise and Environment dell’Università di Oxford (SSEE) pubblica i risultati della seconda parte della Ricerca internazionale sul rischio di perdita del reddito, un fenomeno che rappresenta – qualora si verifichino condizioni di disabilità o l’insorgere di gravi malattie – una delle sfide più urgenti del nostro tempo, sia nelle economie sviluppate, sia in quelle emergenti.
Per le famiglie, una sopravvenuta disabilità può avere un effetto devastante sul bilancio familiare, ma il fenomeno può avere gravi ripercussioni economiche e sociali su un intero Paese, minando la produttività aziendale e deteriorando le politiche di tutela sociale.
L’invecchiamento della popolazione, un mercato del lavoro caratterizzato da forme contrattuali sempre più flessibili, l’aumento del numero di persone con disabilità e sistemi di welfare pubblici sotto pressione, fanno aumentare sempre più il bisogno di strumenti a protezione del reddito personale.
Il campione di intervistati è pessimista riguardo a possibili aiuti da parte dello Stato: in particolare non vi sono Paesi in cui si ritiene che i contributi statali possano aumentare nei prossimi cinque anni; mentre in molti casi si rileva piuttosto una diminuzione degli stessi.
Dall’analisi di Zurich si rileva inoltre una domanda non soddisfatta di protezione assicurativa sul reddito. Ben il 52% degli intervistati che non ha sottoscritto una copertura, è interessato all’acquisto di un prodotto assicurativo che tuteli il proprio reddito. Sostanziali differenze si riscontrano tra gli Stati che hanno partecipato all’analisi.
L’esperienza gioca un ruolo determinate. Aver vissuto in prima persona o indirettamente l’esperienza di una perdita di reddito è cruciale nella decisione di attivare una forma di protezione. Ad una solida educazione finanziaria non è infatti connessa una maggiore attenzione al fenomeno. Potrebbe essere interessante indagare quanto la decisione di acquisto di un prodotto assicurativo sul reddito venga influenzata da esperienze, anche virtuali, vissute attraverso strumenti tecnologici.
In Italia si riscontra che la causa più frequente della perdita del reddito è il congedo di maternità, seguito dalla necessità di prestare cura a familiari.
La ragione principale alla base di una mancata protezione, rimane quella del costo, percepito, erroneamente, come troppo alto. In realtà, in media, gli intervistati sono disposti a pagare il 5% del proprio reddito mensile. Una somma nettamente superiore al costo di un prodotto assicurativo a protezione del reddito.
Gap di genere ancora esistono in circa metà dei Paesi intervistati e soprattutto negli Stati in cui la domanda di protezione del reddito è più bassa. In media quasi un terzo degli intervistati possiedono già una forma di copertura. In media gli uomini si assicurano di più e nelle famiglie chi si assicura è solo il lavoratore da cui dipende il reddito familiare.
I lavoratori full time si assicurano molto più frequentemente. Con l’aumento di forme contrattuali occasionali e a tempo determinato, aumenta il numero dei lavoratori esposti al rischio di perdere il proprio reddito.
Ampio consenso verso misure di welfare aziendale. I datori di lavoro potrebbero utilizzare i benefit aziendali come una leva per attrarre talenti e nello stesso tempo aiutare i dipendenti a colmare gap di reddito.