di Antonio Lusardi
L’asset management è sempre più terra di m&a. Mentre in Italia si fanno le prove generali del risiko, all’estero i consolidamenti sono già entrati nel vivo su scala internazionale. Ieri sono state annunciate le prime nozze: tra il gruppo anglo-australiano Henderson e l’americano Janus Capital Group.
Il nuovo gruppo prenderà il nome di Janus Henderson Global Investors e sarà un colosso con masse totali per oltre 320 miliardi di dollari, 2.300 dipendenti e una presenza sui mercati diversificata in 29 Paesi nel mondo.
Il nuovo gruppo avrà una capitalizzazione di mercato di 6,5 miliardi di dollari. Obiettivo della fusione è raggiungere una scala maggiore per competere in un settore dove le dimensioni sono sempre più importanti per essere profittevoli. I tassi ai minimi stanno infatti mettendo sotto pressione i margini e l’unico modo per uscirne è aumentare i volumi gestiti e trovare importanti sinergie di costo. Janus è più radicato negli Usa, mentre il business di Henderson è più concentrato su Europa Continentale e Regno Unito.
Le due società contano ricavi complessivi per oltre 2,2 miliardi e un ebitda di circa 700 milioni di dollari (dati 2015). Per quanto riguarda le sinergie sui costi, a regime, ovvero dopo tre anni dal completamento della fusione, sono attese riduzioni di spesa per 110 milioni di dollari l’anno. La maggior parte dei tagli riguarderanno asset fisici, come gli uffici, e gli investimenti in tecnologia. Non sono stati annunciati tagli al personale.
Formalmente la fusione sarà un’acquisizione da parte di Henderson. L’operazione si realizzerà carta contro carta ossia tramite uno scambio di titoli e senza esborsi di liquidità: per ogni azione ordinaria di Janus si riceveranno 4,719 nuove azioni Henderson. A fusione completata, gli attuali azionisti di Henderson avranno il 57% circa del capitale della nuova entità, mentre ai soci di Janus andrà il 43%.
Il cda della nuova società comprenderà un numero uguale di rappresentanti dei due gruppi, mentre il presidente di Henderson Richard Gillingwater diventerà presidente e quello di Janus, Glenn Schafer, sarà il vice. Janus Henderson Global Investors sarà gestita da un nuovo comitato esecutivo i cui membri riporteranno congiuntamente ai due co-ceo del gruppo: Dick Weil (oggi alla guida di Janus) e Andrew Formica (ad di Henderson). Il capo degli investimenti del nuovo gruppo sarà Enrique Chang, di Janus.
La nuova entità chiederà l’ammissione a quotazione al Nyse, tenendo attiva la quotazione di Henderson sul mercato di borsa australiano dell’Asx. Oggi Henderson, che ha sede a Londra, è quotata sia sul London Stock Exchange sia sull’Asx, mentre Janus, il cui quartier generale è a Denver, è quotata sul Nyse. L’operazione dovrà essere approvata dalle rispettive assemblee e dalle autorità di mercato. Le società prevedono un closing e un’entrata a regime a partire dal secondo trimestre 2017.
Dopo l’annuncio della fusione le azioni di Henderson Group hanno chiuso le contrattazioni a Londra in rialzo del 16,68% a 270,70 pence. A New York il titolo Janus ha aperto in salita di oltre il 13%.
Due anni fa Janus era balzata agli onori della cronaca perché aveva assunto Bill Gross, il noto gestore obbligazionario uscito dopo oltre 40 anni da Pimco, di cui era stato uno dei fondatori nei primi anni 70. (riproduzione riservata)
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