di Angelo De Mattia
Oggi si celebra la 92esima Giornata Mondiale del Risparmio con una serie di interventi nel tradizionale convegno aperto dalla relazione di Giuseppe Guzzetti, presidente dell’Acri reduce della conferma per acclamazione nella carica a giugno, e chiuso dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, preceduto dal governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, prima del quale avrà preso la parola il presidente dell’Abi Antonio Patuelli. Il convegno si svolge nella stessa giornata in cui il governo dovrà rispondere alla lettera della Commissione Ue sulla manovra dopo aver fatto sapere, per bocca di Renzi e dello stesso Padoan, che la manovra resta così come è stata votata pur dopo la suddetta lettera. Sarà comunque l’occasione per ascoltare dal ministro almeno le linee generali delle controdeduzioni o quantomeno un commento del governo alla legge di Stabilità e ai suoi aspetti più importanti o che possono suscitare divergenze.
Non si tratta di ricorrere, nei rapporti con l’Ue, alla flessibilità nell’applicazione delle regole sui conti pubblici, bensì di applicare l’articolo 122 del Trattato Ue che dà rilievo ai casi eccezionali. Naturalmente ai chiarimenti richiesti da Bruxelles su impegni in precedenza assunti e poi non osservati, sul disavanzo strutturale che cresce anziché diminuire e sul rapporto deficit-pil, nonché sulle coperture una tantum o incerte vanno date risposte convincenti per evitare che, diversamente, la giusta rivendicazione dell’eccezionalità, causata da terremoto e migrazioni, possa essere vista come un escamotage ovvero mirata a ottenere vantaggi impropri. Soprattutto se poi alla mancata convergenza si fa conseguire da parte di Bruxelles il monito dell’esercizio del diritto di veto sul bilancio comunitario del prossimo anno, allora occorre essere rigorosi nel sostegno delle proprie tesi, nella consapevolezza comunque che questa è solo una parte della battaglia campale che dovrebbe essere ingaggiata sulle regole (il premier cita spesso il Fiscal Compact, sulla cui insostenibilità stiamo insistendo su queste colonne da oltre due anni) e sulle connesse politiche.
Non si tratta di un «parlar d’altro» nel convegno, sia perché è tradizione che in tale importante ricorrenza il ministro dell’Economia illustri le linee della politica economica e di finanza pubblica seguite dall’esecutivo sia per lo stretto legame tra tali politiche e la tutela del risparmio in tutte le sue forme, su sui già all’inizio verosimilmente si soffermerà ampiamente Guzzetti. Il ruolo svolto dalle fondazioni, rilanciato con la riforma introdotta con il Protocollo Acri-Tesoro, è ancora fondamentale per concorrere alla stabilità del sistema bancario e in tal modo contribuire a proteggere il risparmio. È ancora valido il principio dell’autonomia delle fondazioni di origine bancaria per l’autonomia delle banche partecipate, pur in più ampi assetti proprietari. Mai come in questa circostanza le problematiche che toccano il settore bancario e finanziario sono state così complesse e numerose: dalla regolamentazione al ruolo della Vigilanza unica e dei diversi altri «legislatori» internazionali nonché alla necessità del superamento di punti di crisi, per non parlare della mancanza del raccordo tra la stessa Vigilanza e la politica monetaria. Sono temi, questi, sui quali si attendono chiare indicazioni e, prima ancora, l’espressione del pensiero della Banca d’Italia da parte di Visco. Poiché spesso domina il brontolio nella professione bancaria e si è restii a manifestare critiche e osservazioni nelle occasioni che pur potrebbero essere colte, sembrando quasi che a volte domini l’esoterismo, è legittimo attendere da parte di Patuelli, che per la verità non è incline al lip service, un intervento nel nome della parresia.
Un intervento, questa volta essoterico, che metta in evidenza ciò che spetta fare ai banchieri, soprattutto dal lato dei rapporti con clienti, risparmiatori, investitori, prenditori di crediti, ma anche quel che non va nella Vigilanza unica, nella Commissione Ue, che vede ovunque aiuti di Stato, e nella normazione europea, rischiandosi qualcosa in più che una ventata di nuovo dirigismo. Fa parte di un parlar chiaro anche il rapporto con i sindacati e i lavoratori. In occasione dell’assemblea annuale dell’Abi del luglio scorso Patuelli ebbe parole equilibrate nei riguardi della questione del costo del lavoro, anche con un esame comparato. Ora che nella legge di Stabilità si stanzia una somma per le incentivazioni all’esodo, che deve avvenire – va aggiunto – su base volontaria e nella forma del prepensionamento, vanno ricercate soluzioni sulle quali il confronto con i sindacati sia un passaggio ineliminabile per arrivare a essenziali convergenze e che si svolga dopo che si siano delineate per le banche coinvolte le strategie per il medio-lungo termine: insomma, dopo che siano state definite le trasformazioni e le innovazioni che si intendono introdurre.
Tutte le misure, quelle che si auspicano e quelle che si ritengono criticabili o emendabili, andrebbero viste in questa giornata per onorarne le finalità per gli impatti che, direttamente o indirettamente, esercitano su quel bene assai prezioso che è il risparmio degli italiani e che la Costituzione tutela con l’articolo 47: non una mera norma programmatica, bensì una norma dal dispositivo direttamente vincolante, alla luce del quale andrebbero riguardate le modifiche normative di rango inferiore che vengono introdotte in materia, in specie quelle, e sono le maggiori, di derivazione europea e che a volte, come nel caso del bail-in, confliggono frontalmente con tale articolo.
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