Il tema del salvataggio del Fondo Pensione Agenti è stato al centro della riunione plenaria di Anapa Rete ImpresAgenzia svoltasi a Bologna lo scorso 7 ottobre. Nel corso della stessa, la Giunta Esecutiva Nazionale, il Consiglio Direttivo e il Coordinamento dei Gruppi Agenti hanno deliberato all’unanimità una serie di punti per far sì che il fondo possa trovare un risanamento definitivo.
In particolare, come prioritario, l’associazione presieduta da Vincenzo Cirasola ritiene, alla prossima Assemblea dei Delegati già convocata dal Commissario Straordinario a Roma per il 19-20 ottobre 2016, ci sia un sostanziale cambio di governance (CdA e Collegio Sindacale) con nuovi rappresentanti di comprovata capacità tecnica, e rappresentativa di entrambe le liste presentate, in grado di realizzare un procedimento di profondo rinnovamento, che porti a un cambio totale delle strategie e con l’affidamento della gestione a società specializzate e ad autorevoli esperti del settore. Nello specifico la revisione contabile non deve essere affidata ai sindaci, ma a una società di revisione esterna specializzata.
Inoltre è indispensabile una drastica riduzione dei compensi degli amministratori, in un’ottica di razionalizzazione delle spese, oltre che il passaggio immediato dall’attuale prestazione definita alla contribuzione definita e un aumento della stessa contribuzione dei singoli e della quota imprese, con un ulteriore contributo “una tantum” dell’ANIA.
“Fin dal primo giorno abbiamo agito per il salvataggio del Fondo Pensione Agenti, visto che siamo stati gli unici a lanciare l’allarme sul disavanzo prospettico. Riteniamo che il Fondo Pensione Agenti sia patrimonio di tutti gli agenti e non di proprietà di un’esclusiva sigla sindacale” sottolinea Vincenzo Cirasola, presidente di Anapa Rete ImpresAgenzia. “Per questo siamo seriamente preoccupati e riteniamo che gli elementi che abbiamo proposto siano assolutamente razionali e condivisibili. Nel caso non si riuscisse, ancora una volta, a raggiungere nessuna concertazione, riteniamo che sia giunto il momento che ciascuna sigla sindacale si prenda le proprie responsabilità davanti a tutta la categoria per il comportamento iterato e le conseguenze che ne deriveranno” conclude Cirasola.