ASSICURAZIONE AUTO
Autore : Ernesto Gallarato
ASSINEWS 279 – ottobre 2016
Proviamo a pensare di raggiungere i limiti estremi della dematerializzazione fino a far travolgere da quest’onda anomala lo stesso conducente del veicolo.
L’idea in un primo momento evoca istintivamente, per lo meno alle nostre menti latine, l’immagine di una persona che, dopo aver tamponato un’altra auto, affronta eroicamente la situazione fuggendo.
Tanto vale subito confessarlo.
E tanto vale riconoscere anche che tutti noi saremmo disposti a puntare una notevole cifra sul fatto che lo stesso concetto evocherebbe immagini ben diverse nelle menti meno creative di un inglese, di un tedesco o di un finlandese.
È il solito – e sempre più drammaticamente attuale – discorso di un’Europa che è unita più sulla carta che nei fatti, debitrice com’è ancora delle grandi distanze che separano, dal punto di vista della storia, della mentalità, degli usi e costumi i diversi popoli che la compongono.
Ma se si parla di “dematerializzazione del conducente” in un’altra accezione scopriamo con ammirato stupore la sostanziale sintonia che esiste tra i ventotto (pardon ventisette…) membri della famiglia UE.
In tutti gli Stati Membri, ove più ove meno, la progressiva digitalizzazione dei veicoli e delle infrastrutture stradali è infatti un fondamentale obbiettivo da raggiungere.
Possiamo dire che su questo versante l’Europa è già a buon punto.
Non è azzardato affermare che il fenomeno di veicoli che – da soli – raggiungono la destinazione, parcheggiano perfettamente, mantengono rigorosamente le distanze di sicurezza, rispettano i segnali stradali e non fanno spuntare un paio di corna ad ogni precedenza omessa, sembra fantascienza ma è già realtà.
O almeno sta per diventarlo.
Il contenuto integrale di questo articolo è visualizzabile solo dagli abbonati a Non sei abbonato?
Scopri i piani di abbonamento
Sei già abbonato? Effettua il login nel modulo sottostante