L’agenzia federale americana per la protezione dell’ambiente Epa ha avviato un’indagine su un secondo dispositivo installato sui motori diesel EA 189 al centro dello scandalo del Dieselgate.
«Volkswagen solo recentemente ha fornito all’Epa informazioni preliminari su un secondo congegno per controllare le emissioni», ha affermato Nick Conger, portavoce dell’agenzia federale, secondo quanto riportato dalla stampa Usa. «Si sta investigando sulla natura e sull’obiettivo di questo dispositivo appena identificato». Intanto ieri, la Sueddeutsche zeitung ha rivelato che Martin Winterkorn, già a.d. di Vw, lascerà tutti gli incarichi che ricopre nel gruppo. Winterkorn, travolto dallo scandalo delle emissioni manipolate, si era già dimesso da a.d. del gruppo, ma ricopriva ancora il posto di a.d. di Porsche e presidente di Audi e Scania. Le dimissioni complessive le ha richieste lo Stato federale della Bassa Sassonia.
Nel contempo, l’agenzia Standard & Poor’s ha abbassato il rating di Volkswagen, che passa da A ad A-; il taglio potrebbe essere il primo di ulteriori downgrade. L’agenzia ha confermato che l’outlook su Volkswagen è negativo.
Muove intanto i primi passi la class action in Italia contro Volkswagen. Nei prossimi giorni, a Torino e poi il prossimo 26 ottobre a Cuneo, si svolgeranno due incontri tra i proprietari delle auto con software manipolato e i legali degli studi torinesi Ambrosio e Commodo e Bona Oliva per il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali. I due studi collaborano già con i colleghi del Global justice network che in queste settimane sta lanciando iniziative legali in tutto il mondo a partire dagli Stati Uniti.
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