Cominciano a farsi sentire su Volkswagen i primi effetti negativi sulle attività operative per colpa dello scandalo ormai noto come Dieselgate. Volkswagen Financial Services ha congelato il programma di assunzioni per rispondere alla crisi provocata dalle ultime vicende. «Abbiamo imposto un blocco alle assunzioni fino alla fine dell’anno come misura precauzionale», ha affermato un portavoce del braccio attivo nei finanziamenti, nel leasing e anche in ambito bancario. La società ha inoltre deciso di non rinnovare i contratti di lavoro a tempo determinato. Una portavoce della fabbrica di motori di Salzgitter, in Germania, ha rivelato che la casa automobilistica, sempre nel quadro di misure precauzionali, ha tagliato il turno lavorativo di sabato.
Questi sviluppi sono emersi durante una riunione del comitato direttivo del consiglio di sorveglianza. L’incontro è avvenuto alla presenza di Wolfgang Porsche, nipote dell’inventore del Maggiolino, Ferdinand Porsche, di Stefan Weil, primo ministro del Land della Bassa Sassonia, e di tre rappresentanti sindacali. Il comitato, che in realtà sta agendo come unità di crisi, ha confermato la candidatura di Hans Dieter Poetsch alla presidenza del massimo organo amministrativo del gruppo Vw. È stata poi discussa la composizione della commissione interna che dovrà monitorare gli sviluppi di ulteriori indagini ed è stata affidata allo studio legale americano Jones Day un’inchiesta indipendente che copra tutte le questioni rilevanti. La commissione sarà presieduta da Berthold Huber, presidente ad interim del consiglio di sorveglianza. Il direttivo è arrivato alla conclusione che l’inchiesta potrà concludersi soltanto dopo diversi mesi. È stato quindi proposto che l’assemblea degli azionisti del 9 novembre venga rinviata.
Intanto, sul fronte giudiziario, la procura tedesca di Brunswick ha fatto dietrofront, precisando che l’ex a.d. di Volkswagen, Martin Winterkorn, non è indagato a livello personale. Il manager si era dimesso dopo lo scandalo sulle emissioni alterate e la stessa procura aveva annunciato che il manager era sotto indagine per truffa. Ieri il colpo di scena: un portavoce ha spiegato che la comunicazione di lunedì era stata «formulata in maniera sbagliata» e che al momento esistono solo sospetti su Winterkorn.
Quanto all’Italia, le auto del gruppo Vw interessate dal Dieselgate sono 648.458: di queste, 361.432 del brand Volkswagen, 197.421 Audi, 35.348 Seat, 38.966 Skoda e 15.291 veicoli commerciali leggeri. Rassicurazioni sono arrivate da Rupert Stadler, presidente e a.d. di Audi: «Investiremo 1,4 miliardi in Italia entro il 2019. Siamo market leader e qui si ricomincia a comprare auto».
Alla borsa di Francoforte Volkswagen ha perso l’1,28% a 96,5 euro.
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