di Stefania Peveraro
Poste Italiane è come una grande utility che invece di erogare luce, gas e acqua distribuisce servizi a tutti gli italiani generando flussi di cassa positivi, tanto da poter assicurare agli azionisti un payout minimo dell’80% per i prossimi tre anni. È l’estrema sintesi della presentazione alla stampa dell’ipo (la più grande in Europa per quest’anno), avvenuta ieri nella sede milanese di Borsa Italiana e condotta dalla presidente Luisa Todini, dall’amministratore delegato Francesco Caio e dal cfo Luigi Ferraris.
Ieri è infatti partito il roadshow internazionale per gli investitori istituzionali, che si concluderà il 22 ottobre, contestualmente all’offerta pubblica destinata ai privati (il collocamento destinato ai dipendenti si concluderà invece il 21). Caio ha anticipato che per il 22 o il 23 ottobre è prevista la fissazione del prezzo di ipo, mentre lo sbarco a Piazza Affari avverrà il 26 o 27 ottobre.
Come noto, l’offerta globale di Poste riguarda un massimo di 453 milioni di azioni ordinarie, poste in vendita dal ministero dell’Economia e corrispondenti al 34,7% del capitale (i titoli ceduti dal Tesoro potranno raggiungere il 38,2% in caso di esercizio integrale della greenshoe), e l’equity value è compreso tra 7,837 e 9,796 miliardi, pari a una forchetta di prezzo di 6-7,5 euro per azione. Della quota di azioni che andrà sul mercato il 70% è riservato agli investitori istituzionali.
Il restante 30% è per il mercato retail (per i lotti sono previste tre opzioni: lotto minimo da 500 azioni, lotto intermedio da 2 mila, motto maggiorato da 5 mila titoli), compresa una tranche di 14,9 milioni di azioni che saranno riservate ai dipendenti (a ognuno saranno garantiti due lotti da 50 azioni l’uno e per l’acquisto potranno richiedere l’utilizzo del Tfr). È previsto anche un premio fedeltà per i privati che acquisteranno azioni al collocamento e le terranno in portafoglio per almeno un anno: si tratta di una bonus share del 5% (con l’assegnazione di una azione gratuita ogni 20) che salirà al 10% (una ogni 10) per i titoli dei lotti riservati ai dipendenti.
Poste, dopo un 2014 in flessione a causa soprattutto del settore consegne e logistica, ha iniziato molto bene il 2015, con 15,95 miliardi di ricavi nel primo semestre (dai quasi 15 miliardi di un anno prima) e 638 milioni di risultato operativo (da 506). L’anno scorso si era invece chiuso con 28,5 miliardi di ricavi (dai 26,3 del 2013), un risultato operativo di soli 691 milioni (da 1,4 miliardi) e un utile di 212 milioni (da 1 miliardo), ma con un flusso di cassa operativo di ben 623 milioni al netto di 438 milioni di investimenti destinati alla crescita e all’efficientamento del gruppo.
Poste Italiane ha cambiato pelle negli ultimi anni: nel 2010 su un fatturato di 7,1 miliardi il 61% era originato da servizi postali, mentre nel 2014 sul totale dei ricavi tali servizi hanno rappresentato solo il 14% e la parte del leone è spettata ai servizi assicurativi (18,8 miliardi, con Poste Vita in cima alla classifica del settore in Italia) e finanziari (5,4 miliardi). A tale proposito, ieri Caio ha sottolineato che BancoPosta ha una redditività molto elevata (roe superiore al 20% nel 2014 e superiore al 30% nel primo semestre 2015), grazie al particolare modello di business, che non comprende l’erogazione diretta di credito e quindi non necessita di un importante assorbimento di capitale di vigilanza.
A proposito della questione degli aiuti di Stato in relazione al nuovo contratto di programma stipulato con il ministero dello Sviluppo Economico e su cui la Commissione Ue delibererà entro l’anno, l’amministratore delegato ha detto di aver già ricevuto da Bruxelles una comfort letter che segnala che nel nuovo contratto di programma non ci sono elementi di preoccupazione.
Banca Imi, BofA, Citigroup, Mediobanca e Unicredit sono coordinatori dell’offerta globale e joint bookrunner del collocamento istituzionale (gli altri joint bookrunner sono Credit Suisse, Goldman Sachs, Jp Morgan, Morgan e Ubs). Banca Imi e Unicredit sono anche responsabili del collocamento e Mediobanca è anche sponsor. Advisor finanziario di Poste è Rothschild e i consulenti legali sono Clifford Chance e Brancadoro Mirabile. Lazard è l’advisor finanziario del Tesoro, mentre consulente legale è Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners. Infine gli studi legali Chiomenti e Shearman & Sterling supportano le banche coordinatrici dell’offerta globale e i joint bookrunner. Revisore dei conti di Poste è PwC. (riproduzione riservata)