di Valerio Testi
Poste Italiane in calo del 4,3% a 4,61 euro. Dopo il mancato innesco che avrebbe dovuto alimentare una fiammata post-ipo che non si è vista, ieri il titolo della debuttante ha fatto peggio del mercato, probabilmente per il deflusso di sottoscrittori delusi della scarsa reattività dell’azione fin dall’esordio sul listino, che risale a martedì 27.
Già nella prima seduta, pur in presenza di forti scambi, il prezzo non si è scostato granchè dal 4,75 euro iniziale. Fermo restando che, come precisato dall’ad Francesco Caio, si tratta di un titolo che va valutato sul lungo termine, ad alimentare aspettative di crescita istantanea c’era l’elevata domanda raccolta in fase di collocamento, circa tre volte superiore all’offerta. In compenso, a parziale tutela dal rischio di flessioni eccessive dell’azione dovrebbe concorrere la partecipazione all’ipo di numerosi fondi internazionali e fondi sovrani, investitori stabili e con un orizzonte di lungo periodo, oltre a circa 300 mila investitori retail. (riproduzione riservata)