di Gualtiero Lugli
Al primo piano di Palazzo Mezzanotte, un’ampia vela griffata Poste Italiane fa da sfondo all’uomo chiamato a portare la società nata come Poste di Sardegna, nel cuore degli investitori. È emozionato Francesco Caio. Ma non sente pressioni governative. Anzi, sente «l’appoggio» dello Stato.
Sa che la quotazione di Poste – di cui è ad da un anno e mezzo – rappresenta una grande occasione non solo per l’azienda ma per tutto il Paese.
Domanda. Il premier Matteo Renzi ha detto che «le Poste sono state per sessant’anni il luogo delle schifezze dei politici, ma ora non saranno più a loro disposizione». Inizierà davvero una nuova fase?
Risposta. Quello che il premier ha molto chiaro in testa è che questa scelta di Poste fa parte di un processo di riforme e di modernizzazione del Paese. Il governo porta sul mercato la più grande ipo in Europa e mette non solo Poste ma tutta la nazione al centro dell’attenzione degli investitori internazionali. Questa è una bella storia di trasformazione, di rilancio e di una crescente volontà di essere trasparenti sulle motivazioni degli investimenti che facciamo e sulle logiche di crescita dell’azienda.
D. Le attività di Poste sono molto eterogenee: servizi postali, finanziari, assicurazioni e tlc. A livello mondiale, a parte le poste giapponesi che si quoteranno a breve, non esiste un modello di business come il vostro sul mercato.
Questo vi preoccupa?
R. Anzi. L’unicità del modello è un punto di forza dell’azienda. La nostra è una società che si è sviluppata negli anni intorno a elementi molto caratterizzanti. Penso al marchio che significa fiducia per gli investitori, penso alla rete di distribuzione, la capillarità, la vicinanza al cliente, penso agli investimenti che sono stati fatti e che abbiamo accelerato in piattaforme tecnologiche. Questa unicità e integrazione veicola molto bene una serie di servizi che l’azienda ha sviluppato negli anni come la componente assicurativa, la transaction banking e ovviamente i servizi della corrispondenza che restano centrali e che si stanno rapidamente evolvendo anche verso i pacchi con l’e-commerce.
D. La forchetta di prezzo è tra i 6 ai 7,5 euro ad azione. Diversi analisti si aspettavano un prezzo più alto. È il margine giusto?
R. Il prezzo lo fa il mercato, queste forchette sono tipiche di operazioni di questa portata.
D. I mercati azionari stanno attraversando una fase molto delicata. Avete scelto il momento giusto?
R. Abbiamo un’azienda che ha un profilo economico e finanziario molto solido, che si presenta al mercato con un’indicazione chiara anche di politica dei dividendi e che genera già oggi cassa. Abbiamo quindi un profilo potenzialmente interessante per gli investitori, anche in questi momenti di volatilità.
D. Voi rappresentate un grande modello di privatizzazione che il governo presenta a Bruxelles. Sentite qualche pressione dallo Stato?
R. Noi sentiamo l’appoggio del governo, sentiamo di far parte di un programma strutturato del Paese. È per noi motivo di orgoglio poter far parte di un’Italia che attraverso Poste Italiane dice al mondo che possiamo fare grandi cose. Abbiamo concordato con il governo la luce verde di questa privatizzazione alla fine dell’anno scorso. Siamo arrivati all’ipo in tempi brevissimi. La risposta migliore per dire che facciamo sul serio.
D. Viviamo in una società sempre più tecnologica e più veloce. Sui servizi postali come credete di stare al passo con i tempi?
R. L’attuazione del nuovo quadro regolamentare parte proprio dall’ascolto delle esigenze dei cittadini. Moduliamo quindi i processi delle consegne, il pricing e le caratteristiche del prodotto su quelle che sono le nuove richieste. La corrispondenza è un’opportunità di ascolto e di innovazione per dare ai diversi segmenti i servizi necessari. In alcuni casi frequenze di consegna più elevate, in altri meno elevate, per tutti un prezzo di consegna modulare. Un grande territorio di innovazione anche nella corrispondenza.
D. Ma il postino continuerà a suonare al campanello?
R. Certo e non solo. Manderà sms, telefonerà e consiglierà il punto fisico dove ritirare il pacco. Pensiamo alla corrispondenza come un servizio, che anche tramite la digitalizzazione, diventa più facile e conveniente da usare. (riproduzione riservata)