di Anna Messia
I due colossi assicurativi europei, Axa e Generali , sono pronti a fare fronte comune per dare una risposta ai nuovi rischi mondiali emergenti, a partire dal cambiamento climatico e dalle catastrofi naturali, che sono ogni anno più frequenti e con effetti sempre più devastanti. L’occasione del confronto è stato l’Axa Forum, arrivato alla 15esima edizione, che quest’anno si è tenuto ieri all’Expo di Milano in collaborazione con Ania e ActionAid e al quale hanno preso parte il presidente e ad di Axa , Henri de Castries, e l’ad di Generali Italia, Philippe Donnet.
Argomenti che saranno affrontati anche nel corso della 21esima conferenza internazionale sul clima che si terrà a Parigi a fine dicembre.
I grandi gruppi assicurativi si candidano per dare il proprio contributo al confronto. «Sono questioni non più rinviabili ha sottolineato de Castries, «con due gradi in più di surriscaldamento del pianeta (già considerati inevitabili, ndr) ci saranno più disastri naturali e le assicurazioni potranno continuare a fare il loro mestiere, anche se con rischi più alti. Ma se si salirà a quattro gradi si arriverà al collasso e le assicurazioni usciranno di scena». L’aggravarsi dei fenomeni, del resto, è sotto gli occhi di tutti. Il 2015 sarà l’anno più caldo mai registrato e nel Golfo del Messico, solo qualche giorno fa, si è rischiato di avere l’uragano più forte della storia, che fortunatamente si è depotenziato.
Ma le compagnie come possono contribuire a frenare il fenomeno? «Partendo dagli investimenti», ha dichiarato de Castries, «eliminando quelli non più sostenibili e che aumentano l’inquinamento, a favore invece delle energie rinnovabili». Ma anche contribuendo a studiare i rischi esistenti e a identificare quelli emergenti, come faAxa con un team di ricercatori dedicati e aiutando gli assicurati a ridurli. Ma non solo. L’altro contributo importante, concordano gli assicuratori, può arrivare dall’analisi dei dati, in un’ottica di cooperazione pubblico-privato. «Le compagnie sono in grado di gestire un grande ammontare di dati e informazioni che consentono di comprendere gli impatti potenziali dei rischi», ha spiegato Donnet. «Questa capacità di analizzare big data, anche attraverso le nuove tecnologie digitali, può essere di grande aiuto ai governi e alle comunità locali per valutare i rischi e decidere le strategie d’intervento». In Italia, poi, c’è una situazione complessa di sotto-assicurazione. Solo il 26% delle abitazioni è assicurato nonostante rappresentino almeno il 50% dei beni delle famiglie «a differenza del 99% della Francia», aggiunge, «e di queste una piccola percentuale è protetta dai fenomeni naturali». Servirebbe quindi incentivare il ricorso al sistema assicurativo che si è dimostrato in grado di dare pronto intervento in caso di sinistri. «Quando a luglio scorso c’è stata la tromba d’aria a Dolo, in due settimana Generali ha gestito 700 sinistri e pagato 2,5 milioni di risarcimento. Non c’è amministrazione pubblica così efficiente». (riproduzione riservata)