Le azioni di risparmio sbaragliano la concorrenza a piazza Affari, dove negli ultimi 20 anni hanno restituito un apprezzamento medio annuo dell’8,94% lasciandosi alle spalle l’indice dei titoli industriali (+7,81%), dei bancari (+3,45%) e delle assicurazioni (+2,47%).
A svolgere il raffronto sulla lunga distanza è stato l’Ufficio Studi di Mediobanca, secondo il quale i Bot hanno reso nel frattempo il 3,25% annuo. I titoli governativi a breve termine si prendono tuttavia una secca rivincita su un arco temporale più breve, ossia da fine 2003 al 15 ottobre scorso: comparando il rendimento medio (comprensivo di dividendi) di tutti i titoli quotati a piazza Affari con quelli dei titoli di Stato italiani a breve termine (per omogeneità, non depurati dall’effetto inflativo e dal capital gain) emerge infatti che i Bot battono l’equity nostrano per 27,8% a 19%.
In media, sempre sull’arco decennale, le azioni italiane hanno reso l’1,6% all’anno, contro il 2,3% dei titoli di Stato a breve termine. Restringendo il conteggio agli ultimi anni, tuttavia – e in particolare partendo da fine 2010 – la bilancia pende piuttosto nettamente dalla parte del listino azionario italiano. Con una punta del 41,53% media che i titoli di casa nostra hanno fatto segnare da fine 2011 a oggi, che si confronta con il 3,87% restituito dai Bot.
Trend confermato anche nel 2014, dove tuttavia i rendimenti risultano particolarmente compressi per entrambe le asset class: le azioni hanno reso l’1,25%, i Bot lo 0,54%. Anche in questo caso, i titoli di risparmio fanno storia a sè, con un apprezzamento del 15,29%. Rinunciare ai diritti di voto in cambio di un flusso cedolare generalmente più corposo sembrerebbe dunque aver pagato.
Analizzando poi l’andamento dei titoli di piazza Affari per segmenti, emerge che lo Star gioca un campionato a sè stante, con rendimenti sempre superiori agli altri panieri, ad eccezione del 2014 che vede i titoli di questo gruppo flettere in media del 5,15%. Gli ultimi sei anni hanno poi sorriso ai titoli dell’ex Nuovo Mercato, che hanno nettamente sovraperformato i trenta titoli a maggiore capitalizzazione di Borsa I.
Da fine dicembre 2013, il rendimento di quel che resta delle azioni hi-tech italiane segna un apprezzamento medio del 3,2%, contro il 2,17% delle Top30. Su questo arco temporale, le assicurazioni accusano una flessione del 9,8%, le banche salgono del 9,06% e i titoli industriali lasciano sul terreno lo 0,47%.