Sbloccati gli indennizzi per chi ha ricevuto danni da trasfusioni con emoderivati infetti o da vaccinazione obbligatorie. Alla liquidazione dei risarcimenti si procederà da subito, contando di liquidare i primi mille entro la fine dell’anno e i successivi al ritmo di 1.835 l’anno per il successivo triennio, in modo da terminare l’erogazione nei tempi stabiliti grazie alle coperture finanziarie previste nei diversi esercizi finanziari. Il risarcimento avverrà con la liquidazione in un’unica soluzione di una somma pari a 100 mila euro per i danneggiati da trasfusioni o emoderivati infetti e di 20 mila per i danneggiati da vaccinazione obbligatoria (in considerazione, per questi ultimi, del godimento di forme di indennizzo ulteriori frutto di diverse previsioni normative). A tal fine, il disegno di legge di Stabilità ha previsto il trasferimento alle regioni e alle province autonome, chiamate ad effettuare le liquidazione degli indennizzi, di un totale di 735 milioni suddivisi nelle varie annualità.
Lo ha annunciato ieri il sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, alle associazioni dei danneggiati da trasfusione con sangue infetto, da somministrazione di emoderivati infetti o da vaccinazioni obbligatorie in un incontro che si è tenuto presso l’auditorium della sede del ministero. L’art. 27-bis del dl 90/2014, poi convertito nella legge n.114 dell’8 agosto scorso, prevede che entro il 31 dicembre 2017 ricevano l’indennizzo tutti i 6.500 pazienti danneggiati da trasfusioni o emoderivati infetti o vaccinazioni obbligatorie che abbiano aderito alla procedura transattiva.
Al risarcimento saranno ammessi tutti coloro che hanno presentato domanda di accesso alla procedura transattiva avendone i requisiti, indipendentemente dalla eventuale prescrizione del diritto o dal fatto che la trasfusione sia avvenuta in data precedente al 24 luglio 1978, data in cui è divenuta obbligatoria la ricerca dell’antigene dell’epatite B nel sangue e negli emoderivati. La liquidazione degli indennizzi avverrà in base allo scorrimento di una graduatoria già definita in base alla gravità dell’infermità e, in caso di parità, alla condizione economica degli interessati.
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