di Claudia Cervini
Piazza Affari, due giorni dopo la bocciatura della Bce sul comprehensive assessment di Banca Carige, non risparmia il titolo dell’istituto ligure che ieri ha chiuso pesantemente in negativo a 0,0771 euro in calo del 17,19% (scambiando oltre 260 milioni di azioni, pari al 2,56% del capitale). C’è infatti profonda incertezza su come la banca affronterà il percorso di rafforzamento patrimoniale dopo che il cda presieduto da Cesare Castelbarco Albani – per ovviare a un deficit di capitale di 814 milioni – domenica 26 ha deliberato in fretta e furia un nuovo piano che prevede un aumento di capitale da almeno 500 milioni, da offrirsi in opzione agli azionisti (la banca ha anche acquisito l’impegno diMediobanca a pre-garantire, in qualità di global coordinator e bookrunner, fino a 650 milioni e previsto la cessione delle attività assicurative, di private banking, del credito al consumo nonché l’acquisto delle minorities delle banche controllate).
Chi sottoscriverà quest’aumento? È probabile che a Genova sia già partita la caccia a nuovi soci visto che un ulteriore sforzo da parte della Fondazione sembra alquanto improbabile. Per mantenere il proprio 19% nel capitale della banca, l’ente dovrebbe infatti mettere sul piatto dai 95 ai 124 milioni, ipotizzando una forchetta di ricapitalizzazione tra 500 e 650 milioni. L’investimento sarebbe decisamente impegnativo (e alquanto irrealistico) dopo un bilancio 2013 che registrava un rosso di 926 milioni e un crollo del patrimonio da 1,01 miliardi a 90 milioni per una maxisvalutazione da 934 milioni della quota nella conferitaria.
La riunione del consiglio di indirizzo e del cda Fondazione, previsti per venerdì, si annunciano quindi infuocati. Resta anche da verificare un eventuale passo avanti di Andrea Bonomi e della famiglia Malacalza di cui si era parlato in occasione del precedente aumento di capitale, ma che al momento sembra improbabile.
Rimane anche l’incognita di quanto succederà sui listini nelle prossime settimane visto che, secondo gli analisti, il verdetto circa gli stress test potrebbe colpire il titolo della banca o, al contrario, far partire una speculazione in vista di una possibile aggregazione. Gli scenari che a questo punto si potrebbero aprire sono diversi. Secondo alcuni osservatori, qualora dovesse avvenire il matrimonio con un’altra banca, difficilmente si tratterà di un player italiano. Nei giorni scorsi Ubi Banca è stata indicata come il principale candidato nell’operazione, ma ieri il consigliere delegato Victor Massiah, ha risposto ai rumor: «Premesso che non vi è alcun dossier aperto, e che nel caso sarebbeUbi Banca a scegliere, ricordo che il gruppo ha una storia di creazione di valore». Allo stesso tempo i maggiori istituti di credito, come Unicredit, hanno sgombrato il campo da equivoci. «Non siamo interessati a eventuali asset di Carigee Mps», ha detto a chiare lettere ieri l’ad Federico Ghizzoni. E c’è già chi ipotizza un terzo cavaliere bianco. «A meno che non venga fatto uno spezzatino, sono i grandi gruppi spagnoli, penso a un player ben capitalizzato con mire espansionistiche in Italia come Santander, gli unici ad avere interesse a investire massicciamente nel Paese per aumentare presidio e posizionamento», spiega a MF-Milano Finanza Andrea Monticini, docente di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative dell’Università Cattolica di Milano. «Si tratta, ancora, di pure ipotesi di scuola visto che molto dipenderà dalle scelte dell’istituto, dal prezzo e dall’eventuale moral suasion di Banca d’Italia che si potrebbe spendere a difesa dell’italianità», ha precisato l’esperto. Di ipotesi in questi giorni se ne sono fatte tante, compresa quella di un blitz dei francesi di Bpce che oggi detengono il 10% della banca, ma che finora hanno smentito l’intenzione di prendere il controllo di Carige. Venendo agli altri dossier aperti, la cessione di Carige Vita Nuova eCarige Assicurazioni per circa 300 milioni potrebbe slittare ancora visto che il fondo americano Apollo Management avrebbe chiesto maggiori garanzie sul perimetro della rete commerciale del gruppo. Intanto Carige sta completando la rosa di nomi in posizioni chiave. Nell’ultima casella mancante, quella del general counsel, arriverà Franco Scannicchio, in uscita da Mps. (riproduzione riservata)