Tommaso Tommasi
Roma N el business della mobilità urbana stanno per scendere in campo anche le società specializzate nel noleggio a lungo termine, fino ad oggi interessate alle flotte delle aziende. Ora, sulla spinta del successo che sta avendo il car sharing, hanno percepito che vi sono spazi interessanti dove infilarsi, andando a caccia di nuovi clienti, i cosiddetti privati senza partita Iva. Le famiglie, insomma, che, a detta del Codacons, hanno visto crescere il costo d’uso delle loro automobili fino ad arrivare al 25% del reddito. Se a questo si aggiungono i risultati di una ricerca condotta dalla Deloitte, secondo la quale in Europa nei prossimi 5 anni oltre 25 milioni di giovani rinunceranno all’auto di proprietà, ecco che la porta diventa un portone spalancato su un nuovo interessante mercato: il noleggio a lungo termine per i privati. La formula è quella dell’automobile presa in affitto per un periodo compreso fra 12 e 60 mesi, per la quale si paga un canone fisso che comprende tutto quel che c’è da spendere escludendo solo il carburante e le eventuali multe. Per cui nel bilancio familiare non vanno più a ricadere spese impreviste, consentendo così di sapere quale parte della disponibilità economica può essere destinata all’automobile, che potrà essere ordinata in base al proprio portafoglio e alle proprie esigenze. Osservando questo scenario, Alfonso Martinez, amministratore delegato per l’Italia di LeasePlan, una delle aziende protagoniste del mercato mondiale ha detto che «il noleggio a lungo termine è ideale per la mobilità dei privati, anche se fino ad ora lo hanno compreso di più le aziende. Credo che non passerà molto tempo prima che car sharing, noleggio a breve e noleggio a lungo termine saranno una cosa unica, in grado di soddisfare le necessità di quel privato che, come dicono le statistiche, si va allontanando progressivamente dalla proprietà del veicolo ». Martinez ritiene che il tempo giusto del possesso per il privato possa essere 5 anni «sufficienti per consentire la formulazione di un canone ragionevole». Ma sa bene che il vero problema è il fisco: «La tassazione per il noleggio è più pesante rispetto a quella degli altri Paesi europei. Tuttavia il nostro piano di azione è molto preciso, e nel tempo il consumatore che vuole andare dal punto A al punto B dovrà sapere che noi saremo li a soddisfare le sue richieste”. E così dicendo si lascia sfuggire l’abbozzo di un progetto per le auto elettriche che dovranno essere concentrate in alcuni punti strategici delle città. In crescita in molte città europee, Italia compresa, il fenomeno del car sharing Grazie soprattutto al ruolo della tecnologia