di Teresa Campo

 

A dispetto delle rassicurazioni del premier, Enrico Letta, la nuova Legge di Stabilità costerà cara ai proprietari di case. Di quelle per uso turistico o destinate all’affitto come dell’abitazione principale. Il tutto avrà effetti negativi anche sul devastato settore costruzioni, ma anche sul real estate in genere, che per ripartire avrebbe bisogno di una serie di misure ad hoc, che invece la manovra non affronta minimamente.

Come spiega Massimo Caputi, vicepresidente e azionista di riferimento della società immobiliarePrelios.

 

Domanda. Le misure contenute nella Legge di Stabilità penalizzano severamente la casa. Anche il resto del settore immobiliare ne subirà le conseguenze?

Risposta. Sì, anche se in maniera indiretta. Il rapporto tra gli italiani e la casa rappresenta un’anomalia rispetto a quanto avviene negli altri Paesi. Per fare un esempio, l’83% dei tedeschi vive in una casa in affitto e solo il resto in una di proprietà. E lo stesso avviene in altri Paesi sia pure con qualche proprietario in più. In Italia, invece, accade esattamente il contrario perché ci si aspetta che il valore degli immobili cresca all’infinito. Sempre in Germania le case costano poco e rendono molto, ma il loro prezzo non ci si aspetta che salga perché sono stati messi a punto meccanismi che non favoriscono la spirale speculativa. Niente del genere esiste in Italia. Al contrario, per fare un esempio, un fondo immobiliare che vuole sviluppare immobili residenziali è penalizzato dall’Iva al 21%, che paga ma non può poi scaricare sull’acquirente privato. Per dare una mano al settore, calmierando al contempo prezzi e affitti, basterebbe quindi togliere ai fondi l’Iva o trasformarla in un tipo di imposta recuperabile.

 

D. Le nuove misure pesano in particolare sulle seconde case. C’erano alternative?

R. La coperta è sempre corta, quindi non è facile intervenire. Ma il risultato sarà che le seconde case diventeranno come le imbarcazioni di lusso. Il settore in Italia è crollato e i porti italiani sono vuoti.

 

D. Che altro servirebbe al mattone che invece nella manovra non c’è?

R. È indispensabile attirare il più possibile gli investitori esteri perché con le sue sole forze il mattone italiano non ce la può fare. E per farlo occorre in primo luogo rimettere mano alla normativa del 2010-2011 sui fondi immobiliari che penalizza fiscalmente chi detiene quote superiori al 5%, e per di più con effetto retroattivo, cioè anche i fondi che a quella data già esistevano. La misura due anni fa ha letteralmente cacciato gli stranieri. Ora sembrano inclini a tornare ma vanno invogliati a farlo. (riproduzione riservata)