di Anna Messia

Generali Assicurazioni è entrata nel consiglio di amministrazione delle russa Ingosstrakh con un tris di rappresentanti di primo livello. Si tratta di: Giancarlo Aragona, messinese, ex ambasciatore italiano a Mosca, Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, chiamato dalla Nato nel 2007 tra gli esperti incaricati di preparare una proposta di riforma dell’Alleanza Atlantica; Giorgio Callegari, torinese, ex direttore per le alleanze e le strategie di Alitalia e dal 2011 primo italiano a essere nominato consigliere di Aeroflot, la compagnia di bandiera russa; Igor Ivanov, l’ex ministro degli Esteri russo in carica dal 1998 al 2004, membro del board di Lukoil (una delle principali aziende petrolifere del Paese) e docente di Relazioni Internazionali all’università di Mosca.

Il gruppo assicurativo guidato da Mario Greco è così riuscito finalmente a designare tre dei nove consiglieri di Ingosstrakh, terza compagnia del Paese, di cui Generalidetiene il 38%.

 

Una quota che è stata ereditata dagli accordi firmati lo scorso gennaio con il finanziere ceco Petr Kellner che prevedono lo scioglimento della partnership nell’Europa dell’Est e l’assunzione da parte di Generali del pieno controllo di Gph (Generali Ppf Holding) in due tranche, per un totale di 2,5 miliardi da parte di Generali (la prima, già pagata a marzo, ha consentito a Trieste di arrivare al 76% di Gph).

E la partecipazione di Ingosstrakh (del 38%) è passata interamente sotto il controllo di Generali dopo che da anni intorno alla compagnia russa si combatte una guerra senza esclusione di colpi tra il magnate moscovita Oleg Deripaska (che continua detenere il controllo di Ingosstrakh) e gli uomini di Kellner, che fino a gennaio era l’unico a poter mettere bocca sulla società perché il Leone non aveva diritto di voto nonostante detenesse indirettamente il 19%. Deripaska è riuscito fino all’ultimo a tenere fuori dal consiglio di Ingosstrakh rappresentati di Kellner ma ha fatto spazio a quelli indicati daGenerali. Il tutto anche se Greco ha più volte ricordato che gli scenari sulla partecipazione russa sono tutti aperti, compresa una possibile dismissione della quota detenuta in Ingosstrakh. Il mercato assicurativo russo resta molto complicato e a giugno scorso l’utile di Ingosstrakh è stato di 887 milioni di rubli, circa 20 milioni di euro, in calo del 64% rispetto a giugno 2012 a causa dell’esplosione dei sinistri nel ramo Rc Auto. (riproduzione riservata)