Catia Barone
D a ferragosto circa la metà dei due milioni di iscritti ai 25 albi esistenti in Italia ha stipulato una polizza per avere la copertura dei rischi professionali. L’assicurazione obbligatoria, scattata ai sensi del Dpr 137/12, era stata annunciata da tempo eppure oggi, nella sua applicazione quotidiana, i nodi da sciogliere sono tanti: dal peso dei costi sui giovani professionisti, all’offerta carente, almeno per alcune categorie. «Il legislatore ha voluto questo provvedimento a garanzia del cittadino-consumatore spiega Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio nazionale dei Geologi – ma la percezione di molti è quella di continuare a vivere in un sistema troppo condizionato da banche e compagnie assicurative». I giovani, poi, sono quelli che stanno peggio secondo Graziano: «In assenza di una speranza di futuro, molti di loro si stanno cancellando dagli Ordini professionali (anche i geologi), alla ricerca di altre occupazioni, a cominciare dai call center». Della stessa opinione è Francesco Zanon, consigliere del coordinamento delle Associazioni giovani architetti: «Sebbene ci siano agevolazioni per chi ha meno di 35 anni e un reddito inferiore ai 50.000 euro, è pur sempre un costo che sui giovani pesa molto – continua Zanon – Un sacrificio inutile, che spingerà a far chiudere i piccoli studi e allontanerà dal mercato quei pochi giovani che decideranno di rimanere in Italia». Altro tasto dolente, la distanza tra il mondo sanitario e quello assicurativo. Il ministero avrebbe dovuto emanare un decreto con i requisiti minimi delle polizze. Ma il tavolo con le parti, convocato in ritardo, non ha portato ad alcun risultato, facendo scattare la proroga di un anno: «Abbiamo chiesto una polizza che potesse garantire una “retrograda” illimitata, visto che in Italia la decorrenza della prescrizione si attiva nel momento in cui il cittadino si rende conto del presunto danno – racconta Luigi Conte, segretario generale della Federazione Nazionale Medici e Odontoiatri – Dall’altra parte, l’Ania sostiene che non si può avere la copertura di un periodo per il quale l’assicurazione non ha percepito compenso». Insomma, la questione resta aperta così come il peso delle assicurazioni sui giovani: «È assurdo, ad esempio, che un neospecialista di ginecologia sia chiamato a pagare dai 14 mila ai 18 mila euro l’anno di assicurazione. Motivo per cui – dice Conte – diventa fondamentale l’attivazione del fondo di tutela previsto dall’articolo 3 della legge Balduzzi, riservato a tutti i professionisti che non possono far fronte a questi costi». Trovare la polizza giusta non è dunque facile per nessuno: «Nell’area economico-giuridica – spiega Carlo Marietti Andreani, Presidente di Aiba – la maggior parte degli operatori propone, ad esempio, soluzioni per avvocati e commercialisti ma non tutti assicurano i periti commerciali e sono ancora meno quelli che offrono soluzioni per i consulenti in proprietà industriale (brevetti e marchi)». Ultimo tasto, non meno dolente. Che cosa potrebbe succedere ai professionisti considerati a “rischio”? «Se sono obbligati ad acquistare la polizza ma le compagnie non hanno l’obbligo a contrarre – conclude Marietti ciò, secondo alcuni, può determinare il rifiuto ad assumere il rischio o una richiesta di premio molto elevata».