Consentire ai Fondi della previdenza complementare di partecipare al finanziamento delle Pmi sviluppando in Italia i fondi di debito o credit fund. Lo chiede il presidente di Assoprevidenza, Sergio Corbello. Il comparto della previdenza complementare italiana amministra un patrimonio di oltre 108 miliardi. «I tempi sono ormai maturi per ragionare sulle potenzialità di un veicolo finanziario largamente utilizzato dalle principali economie occidentali e rimasto finora ai margini in Italia» ha spiegato Corbello nel corso di un seminario organizzato dalla sua associazione e dalla Febaf, la Federazione di banche, assicurazioni e della finanza. I fondi pensione, le casse professionali e le assicurazioni non hanno in portafoglio il nuovo debito delle Pmi. «Finora è mancato un veicolo adeguato a convogliare parte del patrimonio gestito in favore delle Pmi; i fondi di debito vanno a colmare questa lacuna». Le aziende con prospettive di crescita devono prendere confidenza con le forme alternative di approvvigionamento, mentre gli investitori istituzionali, grazie a questo strumento, più simile a un private equity che a un fondo di investimento, potranno valutare e premiare le innumerevoli eccellenze della piccola imprenditoria italiana». Serve quindi un impulso perché i fondi di debito possano svolgere un ruolo anche parzialmente sostitutivo alle banche, nell’approvvigionamento di credito per le Pmi. «Il nuovo regolamento che sostituirà il decreto ministeriale 703/96 che regola i limiti agli investimenti e i conflitti d’interesse per i fondi pensione – aggiunge Corbello – conterrà una revisione delle modalità d’investimento di casse previdenziali e fondi pensione». (r.rap.)
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