Il peggio della crisi sembra essere passato, ma il credit crunch resta un nodo irrisolto. Persiste lo stato di sottoassicurazione, complici le difficoltà economiche, ma anche una scarsa cultura del rischio. È quanto è emerso da un’indagine condotta da Ipsos per conto di Axa, su otto Paesi tra cui l’Italia, sulla percezione di pmi e lavoratori autonomi in merito a indicatori economici e alla protezione assicurativa, che è stata presentata nel corso di un forum che si è svolto ieri a Roma. benché il 54% degli intervistati registri un peggioramento del proprio fatturato nell’ultimo anno, il 72% ritiene che nei prossimi dodici mesi rimarrà lo stesso o migliorerà. Allo stesso modo la redditività, in calo nell’ultimo anno per il 59% degli intervistati, tende alla stabilità per il 45% tra pmi e autonomi. In chiaroscuro sono le previsioni occupazionali: l’89% si aspetta di poter mantenere stabile il numero dei dipendenti. In ogni caso, il credit crunch resta il problema principale: negli ultimi dodici mesi il 31% delle pmi ha chiesto supporto finanziario a una banca e di queste solo una su tre ha poi ottenuto il finanziamento. «L’indagine», ha sottolineato l’amministratore delegato di Axa in Italia, Frederic de Courtois, «conferma lo stato di cronica sottoassicurazione delle pmi e degli autonomi italiani. In Italia la penetrazione assicurative resta tra le più basse in Europa sul settore Danni non auto con una spesa assicurativa delle pmi pari a un terzo della media europea». (riproduzione riservata)
Axa-Ipsos, il credit crunch primo problema per le pmi
di Mauro Romano