“Attribuire la crisi di vendite nel mercato motociclistico ai costi assicurativi è assurdo e stupisce che un esponente dell’industria parli con simile superficialità di un altro settore produttivo senza considerare i fattori di costo e le problematiche operative di quel settore. Sarebbe come se gli assicuratori attribuissero la responsabilità del mancato incremento del numero delle polizze ai prezzi eccessivi di acquisto dei motoveicoli”.
Così ANIA risponde al Direttore Generale di Ancma, che ha sostenuto la tesi che le assicurazioni uccidono il mercato. In realtà la crisi economica sta agendo da freno alle scelte di sostituzione dei veicoli a due e a quattro ruote: nel 2007 il numero di motoveicoli era pari a 8.660.000, lo scorso anno a 8.600.000 (Fonte Ancma).
L’ANIA sottolinea ancora una volta che i prezzi del servizio assicurativo dipendono esclusivamente dall’andamento dei costi dei risarcimenti e anche un’eventuale compagnia promossa dai costruttori e dai motociclisti, come ipotizzato dall’Ancma, sarebbe obbligata a seguire la medesima metodologia nel determinare i suoi prezzi.
Nel confermare che nessun muro è stato eretto verso i costruttori di motoveicoli, ANIA ricorda l’impegno del settore assicurativo, attraverso la Fondazione per la sicurezza stradale, per la prevenzione degli incidenti che coinvolgono i motociclisti, i quali risultano in assoluto i più gravi e certamente pesano sul costo delle coperture assicurative.