“Mi ha fatto impressione pensare che il nostro azionista principale stesse creando il nostro competitor maggiore e l’ho detto apertamente. D’altra parte, emerge con evidenza il contrasto di interessi tra azionisti Fonsai e creditori bancari, tra i quali cito Mediobanca e Unicredit. Mediobanca, inoltre, ha pure giocato un ruolo da protagonista nell’intera partita. Materia su cui si stanno interrogando le Autorità competenti, compresa la magistratura“.
Lo afferma in un’intervista all’inserto Affari&Finanza di Repubblica l’ex a.d. di Generali, Giovanni Perissinotto, definendo “molto critica” l’operazione di fusione tra Unipol e Fonsai : “Si tratta di un’operazione molto critica, poiché se una fusione a due è di norma difficile, a quattro è roba da far rizzare i capelli. E con i vincoli imposti in questo caso dalle Autorità regolatorie, mi pare anche un grande azzardo. Non capisco poi che c’entri il business assicurativo con i libretti di risparmio delle cooperative e come, in termini di missione, stiano insieme l’occuparsi di finanza e il disegno di socialità proprio delle cooperative”.
Riguardo ai dubbi che sul dossier si sia esercitata la dovuta vigilanza Perissinotto commenta: “La funzione del regolatore pretende di essere fondata su una riconosciuta autorità morale. Stando alle indagini in corso, l’Isvap nella vicenda FonSai pare sia stata assai disattenta. La credibilità delle Autorità chiamate a regolare il mercato è una questione nodale, che sta dentro alla grande sfida cui è chiamata l’Italia: rigenerare le condizioni per liberare le energie imprenditoriali del Paese, oggi gravate da un peso fiscale abnorme, da una burocrazia bizantina, da un livello di corruzione altissimo. Tutte barriere che fanno molto comodo a chi non vuole il cambiamento. E io personalmente mi vorrei spendere a dare una mano ai nostri imprenditori, ai giovani soprattutto”.