di Anna Messia
Quando c’è da combattere una battaglia campale conviene ovviamente circondarsi degli uomini più fidati. Carlo Cimbri non sembra avere molti dubbi sui manager ai quali affidare l’impegnativa sfida che dovrà affrontare nei prossimi mesi per dare vita alla prima compagnia italiana nel ramo Danni che nascerà dall’integrazione tra Unipol e il gruppo Fondiaria Sai. Le redini della nuova società, che avrà più di 14 milioni di clienti e disporrà della più grande rete di agenti d’Italia, saranno affidate soprattutto a manager che provengono dalla compagnia bolognese. Non potrebbe essere altrimenti considerando che è stata Unipol a comprare Fondiaria-Sai e che naturalmente Cimbri preferisce affidarsi a uomini che conosce bene, con cui lavora da anni. Anche se non sono escluse ipotesi di chiamate di manager esterni. Intanto, l’amministratore delegato di Unipol si è portato in casa un consulente d’eccezione a cui potrà fruttuosamente rivolgersi quando avrà bisogno di un consiglio importante. Si tratta di Fabio Cerchiai, che in occasione della prossima assemblea di Fondiaria-Sai, fissata per il 28 ottobre, salirà alla presidenza della compagnia, mentre Pierluigi Stefanini prenderà la vicepresidenza. Chi meglio dell’ex presidente dell’Ania, con una lunga carriera alle spalle nel mondo Generali e ora alla presidenza della federazione tra banche e compagnia (la Febaf), potrà essere di aiuto a Cimbri nei passaggi decisivi dell’operazione? Oltre a consiglieri fidati Cimbri nei prossimi mesi avrà più di tutto bisogno di uomini operativi, per realizzare e concretizzare la maxi-fusione. Nella sua attuale squadra le esperienze non mancano. C’è per esempio Franco Ellena, già direttore finanziario di Unipol Assicurazioni che tra l’altro conosce molto bene anche il gruppo Fondiaria-Sai avendo lavorato pure lì. Nel suo curriculum c’è anche un’esperienza molto importante in un processo di aggregazione come quello che dovrà affrontare la compagnia nei prossimi mesi: è stato lui a occuparsi in prima persona del delicato compito di chiedere il nuovo contratto con gli agenti. Mentre per l’area Danni Cimbri si è affidato a Enrico San Pietro, che è anche vicedirettore generale della compagnia. Ci sono poi altri manager che vantano un rapporto consolidato con l’amministratore delegato. Come l’attuale responsabile della direzione finanza della compagnia bolognese, Matteo Laterza, oppure Maurizio Castellina, responsabile della direzione amministrazione che l’altro ha anche esperienza nell’immobiliare, settore dotato di un peso rilevante nel gruppo Fondiaria-Sai. Ed è stato sempre Cimbri a chiamare in Unipol Andrea Pezzi, responsabile delle compagnie dirette Linear e Unisalute, che potrebbe essere di aiuto all’amministratore delegato per decidere come integrare nel gruppo anche Dialogo, la società telefonica e internet di FonSai. Chi di loro sarà chiamato a seguire la nuova società? È ancora presto dirlo, ma intanto Cimbri sembra pronto a contare in particolare su due persone che già in questi difficili mesi ha avuto costantemente al suo fianco e hanno potuto dimostrare il loro valore. Si tratta Gian Luca Santi, capo della pianificazione strategica di Unipol, il quale segue da vicino l’applicazione del piano industriale della compagnia di Bologna, e Roberto Giay, responsabile dell’ufficio legale del gruppo emiliano. Già in questa prima fase del progetto i due manager hanno ottenuto importati riconoscimenti da Cimbri. Santi, per esempio, è stato nominato responsabile dei progetti speciali per l’integrazione (lavorando fianco a fianco con il numero uno di Fondiaria-Sai, Emanuele Erbetta, che, come noto, a fine mese sarà sostituto alla guida della compagnia dallo stesso Cimbri). Mentre Giay è andato alla guida di Premafin. Una carica, quest’ultima, che per forza di cose è necessariamente temporanea visto che il cda di Premafin è destinato a sciogliersi con la realizzazione dell’operazione di integrazione. Per questo si comincia già a ragionare su quale ruolo potrà ricoprire Giay nella nuova Unipol. Per ora l’interrogativo resta aperto, così come incerto è il ruolo che sarà riservato a Santi, il quale, a differenza di Giay che arriva dall’ufficio legale, ha un compito più operativo nel business assicurativo. Per lui potrebbe aprirsi una posizione cruciale nella nuova compagnia, alla luce in particolare delle richieste dell’Isvap. L’autorità di controllo del settore assicurativo, quando ha concesso il via libera all’operazione, come condizione per rilasciare l’autorizzazione ha imposto infatti al gruppo di evitare la sovrapposizioni di cariche tra le società. In pratica se Cimbri, come sembrerebbe naturale, decidesse di rimanere amministratore delegato della holding, dovrà lasciare entro 18 mesi la poltrona di amministratore delegato della nuova compagnia. Cimbri si affiderà a Santi o magari sta valutando candidature estere? Per ora si tratta di un interrogativo prematuro, considerando che il nuovo gruppo non nascerà prima di luglio e che c’è poi un’altra questione importante cda definire, ossia la governance della nuova società. Finora Cimbri ha ricoperto sia il ruolo di amministratore delegato sia quello di direttore generale. Sarà cosi anche in futuro o le due cariche verranno separate? Sono aspetti rilevanti che andranno chiariti prossimamente. In questi giorni, intanto, proseguono i cantieri per mettere a punto il piano di fusione che dovrà essere approvato dalle quattro società coinvolte ed essere presentato a Isvap entro fine anno. Per le poltrone c’è da attendere ancora un po’. (riproduzione riservata)